Red
31 ottobre 2013
Sinnos, dopo Sassari e Olbia ecco Alghero
Dopo il successo del 2011 alla Frumentaria di Sassari e nel 2012 al Museo archeologico di Olbia la mostra fotografica Sinnos ad Alghero dal 9 novembre al 21 dicembre
ALGHERO - Toto Porcu, avvocato con l'hobby della fotografia e molta curiosità per la vita, dopo aver regalato preziose mostre fotografiche sul mare «Infinito vivente» conquistando con l'Associazione Acquamarina riconoscimenti internazionali, dal 9 novembre sino al 21 dicembre presenterà presso la Torre di San Giovanni e la Torre di Sulis di Alghero, un ventaglio di novanta scatti che rivelano la quotidianeità, l'arte, i riti delle genti prenuragiche.
La mostra nasce dalla selezione di migliaia di scatti, ed è sostenuta e incoraggiata dal professore emerito Ercole Contu che l'ha definita «monumentale e di eccezionale valore», tanto che sul tema: “Segni e significati dell'arte in Sardegna prima dei Nuraghi” se ne parlerà il prossimo 9 novembre, alle 17,30 nella sala della Fondazione Meta. Contu è il signore dell'archeologia il mentore del quale l'avvocato Porcu ha seguito per anni le orme ripercorrendole e fermando le immagini su quanto Contu scopriva e scoprendo, casualmente, piccoli Sinnos sfuggiti all'occhio esperto, segni a volte rivelatori.
Una passione lontana, quella del penalista che ama la solitudine, i silenzi e le luci filtrate degli abissi così come quelli polverosi che si infilano nelle grotte che sanno di terra umida ed emozionano perchè trasmettono ancora aliti di vita. Il percorso è ambientato per domus de janas, dolmen e menhir scorrazzando per tutta la Sardegna, da Pimentel a Monte d'Accoddi e oggi Toto Porcu sente il bisogno di condividere, offrire ancora una volta soprattutto ai giovani un'occasione di riflessione soffermandosi sulle genti che hanno calpestato e rispettato la loro terra 6000-1800 anni A.C.
Ecco che nel grande spazio c'è il mondo preistorico della Sardegna con le sue espressioni di arte, di culto, la quotidianeità e la cura per i morti. Un mondo che non ha conosciuto a lungo contaminazioni perchè il Dna dell'uomo, in ogni era, porta un comun denominatore che si esprime con gli stessi segni. E quei segni appartengono magicamente a tutti, come se un'idea potesse bucare gli orizzonti, attraversandoli. «Spesso gli studiosi hanno avuto la tentazione di spiegare il mondo preistorico della Sardegna riferendosi ad altro, niente di più errato - spiega il professor Ercole Contu - la Sardegna ha una sua precisa identità e ha sviluppato qualcosa degno di nota, anche prima dei nuraghi, in ambito locale, mediterraneo e mondiale».
Così questa mostra aprirà un'altra porticina sul nostro passato.
Ci sarà tempo anche per parlare dei graffiti ritrovati presso la Grotta Verde e la relazione sarà presentata dal prof. Marcello Cabriolu, studioso e collaboratore della Soprintendenza di Cagliari. La mostra fortemente voluta dall'Assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione e la Fondazione Meta che ne hanno percepito la valenza didattica e culturale; verrà realizzata dalla RM management di Alghero con la collaborazione della Smuovi Ati Itinera Coop sociale Arl che curerà le visite guidate (prenotando al n. tel. 079/9734045) e la partecipazione dell'Ass. Culturale Tholos, sarà visitabile dal martedi al sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00 e la domenica pom.:16.00 alle 19.00.
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