Più di un milione e mezzo di euro per lo sviluppo del settore. Nel video il presidente del Gac Nord Sardegna, Benedetto Sechi
SASSARI - Il rilancio del comparto ittico del Nord Sardegna potrebbe arrivare con un finanziamento di oltre un milione e mezzo di euro. Una cifra destinata a una parte del territorio che interessa 450 chilometri di costa, da Porto Tangone a Capo Ferro e tutti i comuni costieri da Palau fino a Villanova Monteleone. Soldi già disponibili, di cui 1,35 milioni derivanti dal Fondo europeo per la Pesca, e assegnati al Piano di sviluppo locale denominato "Pesca e sviluppo sostenibile del Nord Sardegna". L'avvio alla fase operativa è stato dato lo scorso 11 settembre con la sigla di un protocollo d'intesa tra Regione Sardegna, Argea e il Gac Nord Sardegna, Gruppo di azione costiera che ha la competenza sulla parte settentrionale del territorio a cui è destinato il finanziamento.
A dover realizzare il Piano entro febbraio 2015, sarà proprio quest'ultimo organismo, nato di recente e composto da enti pubblici del territorio tra cui La Provincia, i Comuni e l'Università di Sassari, da varie associazioni di categoria e da soggetti privati rappresentanti di settori di rilievo per lo sviluppo integrato del comparto. «L'obbiettivo del Piano è fare interagire questo settore con gli altri che gli sono collegati, come il turismo, la ristorazione, il commercio, la scuola e la tutela ambientale» ha spiegato questa mattina Benedetto Sechi, presidente del Gac Nord Sardegna, in una conferenza stampa nella sede della Camera di commercio.
La strategia adottata dal Psl, mirato al comparto della pesca e dell'acquacoltura, è volta alla salvaguardia delle risorse ambientali e ittiche, al miglioramento e al potenziamento della filiera, lavorando su obbiettivi prioritari come la creazione di una governance per questo settore e anche la creazione di network lunghi tra il Nord Sardegna e gli altri territori. Spazio anche allo sviluppo di nuove competenze professionali attraverso la formazione, e al sostegno di forme alternative allo sviluppo turistico legato alle risorse del mare, come il pescaturismo e l'ittiturismo.
Foto d'archivio