S.A.
20 agosto 2013
Rom, sgombero il 15 settembre
Nessun rinvio ma una semplice presa d'atto di alcune notifiche ritardate. Si tenterà di trovare vecchi immobili pubblici inutilizzati da destinare ad alcune famiglie investendo i fondi europei vincolati per l'integrazione delle comunità rom
ALGHERO - «C’è un evidente distorsione della realtà sulla vicenda del campo nomadi di Alghero che sta inevitabilmente facendo degenerare la discussione ed esasperando gli animi a causa di una interpretazione dei fatti ad uso e consumo della più stucchevole delle strumentalizzazioni. A questo si aggiunge una irresponsabile diffusione di false notizie che getta benzina sul fuoco». Così il sindaco di Alghero, Stefano Lubrano, interviene in merito alla questione del campo rom, alla vigilia della scadenza dell'ordinanza di sgombero, che in realtà non è il 26 agosto come riportato in precednza ma il 15 settembre. Nessun rinvio, sia chiaro, ma una semplice presa d'atto delle ultime notifiche effettuate dalle forze dell'ordine che hanno fatto slittare la scadenza. L'amministrazione comunque tenterà di destinare alcuni immobili inutilizzati ad altrettante famiglie, senza gravare su bilanci e fondi pubblici.
Il primo cittadino chiarisce la posizione del Consiglio Comunale: «ha dato un preciso mandato all’Amministrazione Comunale decidendo di percorrere la strada dell’integrazione così come chiede l’Europa ai Comuni che ancora hanno nel proprio territorio un campo nomadi che chiamare ghetto non è esagerato». Di più: «il Consiglio Comunale ha deciso inoltre di utilizzare i fondi messi a disposizione da una legge regionale apposita nata nel 1989 per i nomadi: non sono quindi fondi sottratti ai sardi o agli algheresi, sono fondo destinati a quello scopo. Non possono essere utilizzati per altre incombenze».
E sulle polemiche sui costi dell'operazione aggiunge: «il Comune di Alghero non spende nemmeno un euro per mettere fine ad una situazione disastrosa che dura da decenni. Mette fine con responsabilità a una situazione ingestibile e inconcepibile, che durava da decenni, consentendo al Comune di risparmiare soldi pubblici». Un percorso che lo avvicina al collega di Cagliari Massimo Zedda che Lubrano confida di aver sentito nei giorni scorsi. Lubrano si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Chi getta benzina sul fuoco oggi dice il falso quando parla di case in centro o villette, alimentando il malcontento di chi oggi, purtroppo, una casa non ce l’ha. Sarebbe invece più onesto chiedersi perché oggi ad Alghero tante famiglie non hanno una casa o non possono trovarne una in affitto a prezzi ragionevoli. Sarebbe più onesto, ma è più comodo mettere contro gli uni agli altri».
«Insieme alle forze dell’ordine, ai servizi sociali, ai cittadini stiamo lavorando al fine di gestire al meglio questo momento di transizione, consentire lo sgombero dell’attuale insediamento e permettere le operazioni di bonifica del sito. Le operazioni sono complesse: i terreni sono inquinati da piombo e diossine, la situazione ambientale e sanitaria dell’area studiata e certificata dagli esperti è incompatibile con la presenza di una comunità di residenti, ed ancora più pericolosa per i bambini che ne fanno parte. Questo è il quadro che dobbiamo affrontare - chiarisce ancora Lubrano - il risultato di anni di incuria e di assenza di decisioni che dovevano essere prese nel passato. Siamo quindi chiamati noi oggi ad assumere tali gravi responsabilità e affrontare l’emergenza».
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