Monica Caggiari
7 settembre 2005
L’Italia della Censura e dei rapporti tra Mafia e Politica nell’incontro con Marco Travaglio
Il primo appuntamento di settembre del ciclo d’incontri con l’autore “E le stelle stanno a guardare”, organizzato dalla libreria Il Labirinto, ha sancito la voglia d’informazione e il piacere di rincontrare Marco Travaglio, che al Cavall Marì, insieme all’avvocato Alessandro Benedetti, ha presentato “Regime”e “Intoccabili”, resoconti dettagliati delle epurazioni nel campo dell’informazione e dei legami tra Mafia e Politica
ALGHERO - “C’è un’ora di ritardo sul volo. Marco arriverà alle 21,30.” E, infatti, Travaglio arriva poco dopo le 21,30 e tra gli applausi della sala stracolma, fa ingresso al Cavall Marì e si siede, mentre accanto a lui prende posto Alessandro Benedetti, avvocato per parte civile in numerosi processi “importanti”, (Omicidio Pecorelli–tra gli imputati Andreotti, Strage di Ustica). La serata, organizzata insieme all’Obra Cultural e al periodico Sardegna Ventirighe da Vittorio Nonis della Libreria “Il Labirinto”, si rivela dalle prime battute di Benedetti un’occasione eccezionale per riflettere e conoscere alcuni risvolti, sapientemente occultati a livello mediatico, legati ai rapporti tra Mafia e Politica e conseguenti censure da parte di molti mezzi d’informazione. Il primo appuntamento di settembre è davvero esplosivo e Travaglio è quasi ipnotico, mentre, con verve e notevole eloquenza, si muove lungo i corridoi bui dei fatti indicibili, ma pur sempre fatti, e delle vicende inenarrabili, ma pur sempre e realmente accadute e documentate. Non supposizioni, che il giornalista rifiuta tout court, ma indagini serie, che compromettono carriere, spesso condannando all’invisibilità mediatica e alla vanificazione di minuziose ricostruzioni storiche.
Ma non in questo caso, perlomeno per quanto concerne le indagini giornalistiche svolte da Travaglio e Gomez e descritte in “Regime”, ed. BUR, in merito alla Censura, selvaggiamente agli occhi di tutti negli eclatanti casi televisivi degli anni scorsi e velenosamente latente ancora oggi. Come anche nel recente “Intoccabili”, di Saverio Lodato e Marco Travaglio, ed. BUR, che porta a galla le verità occultate sui rapporti tra Cosa Nostra e Politica, senza mezzi termini, impossibili, tra l’altro, alla luce di una documentazione che non lascia spazi a dubbi o interpretazioni divergenti.
Travaglio spiega e risponde, parlando per oltre un’ora e mezza senza mai fermarsi, suscitando l’ilarità e ricevendo applausi, subito soffocati per non interrompere l’avvincente resoconto del giornalista. Una descrizione corroborata dalla lettura di alcuni stralci di atti per ora ancora pubblici, come le intercettazioni telefoniche tra Dell’Utri e Mangano, lo stalliere di Arcore. O come una telefonata tra Berlusconi e Dell’Utri all’indomani della bomba contro il palazzo milanese di Berlusconi nel 1986. Una chicca, interpretata egregiamente da Travaglio, che ha fatto ridere, tanto, troppo per non essere una gag da palco, ma un fatto reale. La serata, trascorsa col sorriso sulla bocca per non piangere e disperarsi, è stata conclusa con parole d’incoraggiamento, sulla scia dell’intensa prefazione di “Intoccabili” di Paolo Sylos Labini: “Non dobbiamo disperarci, ma impegnarci a conoscere” ha suggerito Travaglio che poi ha proseguito spiegando che: “Dobbiamo essere ottimisti per essere liberi. Ottimisti perché abbiamo la possibilità e il dovere di informarci. Solo la conoscenza può sconfiggere un regime che ci vuole ignoranti. Solo così potremo essere liberi; la coscienza di un’imprescindibile libertà è l’unica condizione che ci permetterà di andare avanti nella lotta contro i poteri occulti, la criminalità e le censure.”
La posta in gioco è troppo alta per non cogliere l’invito.
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