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Luigi Coppola 19 agosto 2005
Ad Alghero le invenzioni del ciclone Rossi
Bissato il successo di Sarroch per il folletto di Monfalcone. Lama affilata per una satira tagliente che non risparmia avversari e sodali politici. Novanta minuti di spettacolo rapido e sciolto arricchito dagli spunti classici della Commedia dell’Arte. Stasera terzo ed ultimo appuntamento sardo a Valledoria
Ad Alghero le invenzioni del ciclone Rossi

ALGHERO – Ama definirsi fra l’altro, come l’unico comico italiano che gira lo stivale con una propria compagnia. Aspetto non secondario con tutte le “varianti del caso”, per l’allievo di Dario Fo. Così anche all’arena Maria Pia per il Festivalguer 2005, Paolo Rossi nel suo show è in scena con Emanuele Dell’Aquila e Alex Orciai. Imprevedibile genio della prosa italiana, dalla sua costola sono cresciuti nomi importanti della recitazione ilare nazionale: Antonio Albanese, Aldo Giovanni e Giacomo per ricordarne qualche nome. Fulmini e saette di un temporale sedato dall’afa, anticipano e accompagnano l’intero spettacolo che inizia puntuale alle 21.30 proprio per scongiurare la pioggia, sempre minacciosa nella notte opaca. Il suo “Recital” si compone di due atti senza intervallo o meglio agganciati fra loro dall’ennesima parodia dell’attore, sullo stesso famosissimo intervallo radiotelevisivo in bianco e nero di qualche decennio scorso. Un’azzeccata fusione di brani tratti dalle sue ultime fatiche teatrali (“Il signor Rossi e la Costituzione”, la più recente e nota), legati dal filo rosso di una satira monocorde che abbraccia le principali vicende della storia italiana, dal dopoguerra ai giorni nostri. Bersaglio preferito, saggiamente allargato su orizzonti più ampi, per non cadere nello “scontato”, il Berlusconismo e dintorni. Segmenti narrativi che partendo da allegorie tragicomiche (il modus vivendi degli albanesi e dei loro scafisti), descrivono in agrodolce, temi di stringente attualità. Dall’integrazione di contrapposte civiltà alle cronache della politica. Estera: inevitabile i riferimenti alla subalterna partecipazione americana alla campagna irachena; interna con l’appello puntuale dei primari attori politici (il Principale è suo “esimio collega”), alle prese con le distanze di coerenza dall’enunciato della Carta Costituzionale. Un intero capitolo è dedicato alla vicenda del Senatore più longevo della storia repubblicana, assurto a potente amministratore di un vasto condominio dai perimetri transnazionali. Siccome il “comico conosce l’arte del paradosso” non c’è rischio d’incorrere nel dileggio o nella diffamazione del politico o giornalista di turno, salvo autocensurarsi o “cambiare” lo spettacolo, ad ogni passaggio aereo (più di uno considerato l’adiacente aeroporto), possibile intercettatore del “grande fratello spione”. C’è anche il tempo per aneddoti amarcord, ricordando gli amici della prima ora, nei debutti alla ribalta: Gaber, Iannacci e Andreasi. Allo scomparso Giorgio, l’omaggio della “Madonnina dei dolori” ed il “Sogno all’incontrario” che chiude il primo tempo del monologo. Con una mimica irripetibile, brillante sintesi fra un Grande del Novecento tipo Buster Keaton ed un moderno Pulcinella meneghino, Rossi analizza le macro contraddizioni del nostro tempo, con un linguaggio colorito, consono allo sketch inscenato. Anche quando bacchetta il fonico per l’audio non al passo con i suoi guizzi, scrosciano applausi e risate dai duemila del parterre che superano l’accentuato grugnito mandibolare, nel riverbero della battute neo lombarde. A Milano sua città d’adozione, scampoli del teorema che vede l’uomo, al centro del nostro tempo. Accerchiato da sempre maggiori preoccupazioni che lo stringono in una disperata ricerca d’uscita dalla solitudine individualista in cui è stretto. Finalmente o quasi, la pioggia arriva in un benedicente epilogo che restringe il comizio del bis. Una metafora a sfondo sessuale che saluta il pubblico sotto gli ombrelli: “fateci sapere dove andrete in vacanza il prossimo anno (se ci saranno vacanze), che vi verremo a vedere…”. Questa sera si torna a ridere in Anglona: l’ultima replica sarda di Rossi, allo stadio comunale di Valledoria.

Nella foto: Paolo Rossi



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