Red
12 giugno 2013
Unione province italiane: costi a confronto
«Quando si parla di riforma si tende a trascurare dati importanti» spiega il presidente dell´Unione province italiane Antonio Satta
SASSARI - Cifre a confronto e una riforma che tenga conto anche dei costi di tutte le pubbliche amministrazioni. A poche settimane dal 30 giugno, data che segna il termine per il riordino del sistema degli enti locali in Sardegna, emergono anche i dati dell'Upi, Unione province italiane, che ha presentato a oltre ottanta parlamentari un dossier in cui vengono messi a confronto i costi di province, regioni e comuni. «Quando si parla di riforma si tende a trascurare dati importanti» spiega il presidente dell'Upi Antonio Saitta.
«Le province sono l'1,26 per cento della spesa totale contro il 20 per cento delle regioni e il restante che è in capo alla spesa centrale. Nessuno si interroga sul perché le regioni costino 404 euro l'anno a cittadino mentre quelle a statuto speciale arrivino a oltre 4 mila euro l'anno pro capite. Ci chiediamo se chi continua a sostenere che bisogna cancellare il costo degli organi istituzionali delle province sappia che questo è di 1,77 euro l'anno a cittadino, contro gli oltre 14 euro l'anno delle regioni. Riformare le istituzioni per ridurre la spesa è indispensabile, ma per fare una operazione che porti risultati veri - spiega Saitta - bisognerebbe prima indagare il motivo per cui a dieci anni dall'attuazione del Titolo V, la spesa delle Regioni è cresciuta di 40 miliardi e quella dello Stato, piuttosto che diminuire, è cresciuta di 100 miliardi. E' in queste cifre, e nel federalismo mancato che non ha spostato su province e comuni funzioni e risorse, che stanno gli sprechi».
Sfogliando il dossier dell'Upi emerge anche il costo degli organi istituzionali di regioni, province e comuni, relativi allo scorso anno: le province si classificano come gli enti con i costi più bassi dell'intero comparto regioni e autonomie locali. Altro dato, l'andamento della spesa dal 2008 al 2012 dei tre enti: nei quattro anni di riferimento le province hanno ridotto la spesa corrente di oltre - 11,5 per cento; per i comuni c'è stato un aumento della spesa corrente di oltre il 7 per cento e quella delle Regioni è scesa di - 2,6 punti percentuali.
Tra gli altri punti trattati nel documento anche quelli relativi all'influenza del patto di stabilità sulle province: in cinque anni la spesa in conto capitale, ovvero la capacità di investire, è scesa di oltre il 44 per cento. Una panoramica, quella dell'Upi, in cui viene evidenziata la necessità di conoscere i dati certi della pubblica amministrazione prima di iniziare una riforma. Sul rinnovo delle istituzioni, sempre secondo l'associazione, occorre una riforma organica del titolo V che riguardi Stato, regioni, province e comuni e come primo obbiettivo per il Paese la semplificazione delle pubbliche amministrazioni, riordinando le funzioni amministrative ed eliminando la sovrapposizione tra enti.
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