SASSARI - No al commissariamento ma favorevole a una riforma che tuteli il territorio. La Provincia di Sassari esprime la sua posizione in merito alla riforma degli enti locali e delle province in Sardegna. Un tema caldo di cui si è discusso questa mattina in consiglio provinciale di fronte anche ai consiglieri regionali eletti nel territorio. La seduta, convocata alla vigilia della discussione in consiglio regionale, in cui verrà delineato il futuro degli enti intermedi, ha avuto lo scopo di chiarire la posizione dell'ente sulle decisioni che potrebbero essere comunicate entro il 30 giugno, data che sancisce il termine per il riordino del sistema degli enti locali in Sardegna. Il consiglio provinciale ha spiegato la propria posizione in un documento approvato durante la seduta, che sarà inviato al presidente della Regione Ugo Cappellacci e ai consiglieri regionali.

A un anno di distanza dal referendum, future attribuzioni e competenze non sono state definite e per questi e altri motivi l'ente di Piazza d'Italia auspica un confronto tra L'Ups, il Cal, le province, la Regione e le entità territoriali coinvolte, al fine di evitare una mancanza di programmazione che si rifletta negativamente sul territorio e quindi sui servizi ai cittadini. Un incontro tra le istituzioni e i soggetti interessati, utile per delineare il nuovo assetto degli enti intermedi e della Regione anche in termini di attribuzioni e competenze. «Riteniamo fondamentale che i futuri e nuovi riformati enti intermedi, che oggi chiamiamo province, siano governati da organismi democraticamente eletti dai cittadini» scrive il consiglio nel documento approvato questa mattina in cui viene chiesto ai consiglieri regionali di respingere l'ipotesi di commissariamento.

«Il consiglio della Provincia di Sassari - si legge ancora - auspica che in vista dell'imminente discussione del provvedimento sulle province, emergano in consiglio regionale da parte dei consiglieri, da un lato il senso di un responsabile rispetto delle norme costituzionali che tutelano il compimento effettivo del mandato dei consigli sino a scadenza naturale, dall'altro l'esigenza di approdare a un disegno di riforma adeguato e condiviso». «C'è uno stato di tensione molto alto» ha commentato Gianranco Ganau, sindaco di Sassari e presidente del Cal, Consiglio autonomie locali, che ha espresso un parere negativo sull'ipotesi di commissariamento. «Siamo anche contrari a un organismo di secondo livello che non abbia nessun tipo di strumento».

Nel corso dell'incontro è intervenuto anche Nicola Rassu, assessore regionale agli Enti locali: «Nel marzo scorso la giunta ha presentato una proposta di legge con la quale proponeva la scadenza naturale delle province. E' necessario rispettare i passaggi che devono essere fatti per evitare un disagio politico, economico e sociale. Nessun referendum si può sovraordinare alla sovranità dei cittadini che hanno eletto nei consigli i propri rappresentanti. Diamo il tempo che il passaggio alla riforma sia costruito bene per evitare disagi. Secondo il parere dei costituzionalisti - ha continuato - le province non possono essere commissariate. L’ente intermedio deve esistere ed essere eletto dai cittadini. Rispettiamo la volontà dei referendum ma creiamo un soggetto che dia risposte senza che venga danneggiato niente e nessuno». Sull'argomento è intervenuta anche Alba Canu, vicepresidente del Consiglio provinciale: «Ritengo che le province siano sempre state pronte a discutere le riforma in maniera seria. L'Ups lo ha sempre chiesto. Ci ritroviamo oggi, a un anno dal referendum, senza una proposta condivisibile e con il pericolo che si facciano scelte che sotto il profilo dello sviluppo possano danneggiare i territori lontani da Cagliari».

Nella foto: un momento del consiglio provinciale