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Red 29 luglio 2005
Un esempio per tutta Italia il calendario venatorio emanato dalla Giunta Soru
«Le proteste dei cacciatori, che lamentano vessazioni e restrizioni, sono patetiche e false: chiedere maggiore libertà di uccidere per gioco milioni di animali, mentre oltre il 70% dell´opinione pubblica auspica l´abolizione della caccia, è un gesto di intollerabile gravità»
Un esempio per tutta Italia il calendario venatorio emanato dalla Giunta Soru

CAGLIARI - «Le proteste dei cacciatori sono false e strumentalizzate da certi politici in cerca di consensi elettorali fra le doppiette, la Giunta Soru non deve cedere all´estremismo ´calibro 12´. Il calendario venatorio emanato dalla Regione Sardegna, che abolisce le nefaste ´pre-aperture´ della caccia e limita il devastante impatto su specie in declino e nei periodi delicati della migrazione, è un esempio per tutta Italia». Questo il giudizio della LAV dopo le polemiche che hanno portato alcune associazioni venatorie a manifestare davanti il Consiglio regionale. «Esprimiamo plauso ed apprezzamento per le sagge e coraggiose decisioni sulla caccia del Presidente Renato Soru e dell´Assessore all´Ambiente Antonio Dessì, che per la prima volta hanno emanato un calendario che rispetta la legalità e la fauna», dichiara Ennio Bonfanti, responsabile nazionale della LAV per il settore "fauna". «Una vera rivoluzione in Sardegna - continua Bonfanti - dove nella passata legislatura la lobby della caccia era talmente potente da condizionare totalmente l´attività dei consiglieri regionali sia del centrodestra sia del centrosinistra, arrivando addirittura a far approvare le vergognose ed incostituzionali leggine sulle deroghe per la caccia di specie protette e per l´allungamento della stagione venatoria fino a febbraio. Il perverso legame caccia-politica ed i conseguenti provvedimenti amministrativi e legislativi della Regione hanno portato allo sterminio della fauna sarda e di milioni di migratori - patrimonio transnazionale - che attraversano l´Isola ogni stagione, ottenendo sonore bocciature da parte del TAR, della Commissione UE e della Corte Costituzionale». Dopo anni di caccia sfrenata e di deregulation, condotta con arroganza dalla precedente Giunta e dall´allora maggioranza, il Calendario venatorio 2005-2006 pone le basi per un cambiamento di rotta che tutto il mondo ambientalista ed animalista italiano, e quello scientifico che si occupa di biodiversità, guardano con estrema attenzione come esempio da esportare nelle altre regioni. «Le proteste dei cacciatori, che lamentano vessazioni e restrizioni, sono patetiche e false: chiedere maggiore libertà di uccidere per gioco milioni di animali, mentre oltre il 70% dell´opinione pubblica auspica l´abolizione della caccia, è un gesto di intollerabile gravità. Le manifestazioni davanti al Consiglio regionale - prosegue Ennio Bonfanti - sono un tentativo di rilanciare il ricatto elettorale verso quei politici in cerca di facili consensi fra le doppiette. Come prevedibile, inoltre, la strumentalizzazione a fini politici delle proteste dei cacciatori non si è fatta attendere: di ieri le dichiarazioni dell´on. Piergiorgio Massidda (FI), che esprime solidarietà ai cacciatori; oggi è la volta del sen. Mariano Delogu (AN). E´ vergognoso che una minoranza armata che distrugge un prezioso bene della collettività come la fauna, totalmente isolata dalla società civile che chiede rispetto per i diritti degli animali, venga ´coccolata´ da certi politici e continuamente avvantaggiata con leggi e leggine fatte o promesse per consentire nuovi massacri. All´on. Massidda, infine, ricordiamo che proprio il Presidente del suo partito e Capo del Governo, Berlusconi, ha fatto ritirare e cestinare il disegno di legge del Ministro Alemanno che voleva aumentare le specie ed i periodi di caccia, abolendo le sanzioni penali per i bracconieri».



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