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P.P. 5 aprile 2013
«Le cicale non fanno rumore»
Lo sostiene nella lunga intervista il tecnico di acustica ambientale Carmine Cara, che si sofferma anche sui mancati collaudi acustici degli immobili e sui certificati di agibilità
«Le cicale non fanno rumore»

ALGHERO - A causa dell’inosservanza delle normative si possono comprendere le complesse e gravose ricadute sulla cittadinanza, in termini di disturbo da rumore o alla quiete pubblica - è quanto sostiene il tecnico in acustica ambientale, Carmine Cara, tra i relatori del convegno dal titolo “Inquinamento acustico e qualità della vita”, in programma ad Alghero - che rivolge un appello alle istituzioni affinché rivedano il proprio modus operandi a favore della salute pubblica. Il tecnico si sofferma anche sui mancati collaudi acustici degli immobili e sui certificati di agibilità. In riferimento poi alle polemiche degli ultimi tempi in Riviera del Corallo, Carmine Cara parla del "rumore" delle cicale e quello dei bambini.

«E’ agevole comprendere che le cicale e quant’altro di non antropico concorrono nel creare il rumore residuo o cosiddetto di fondo, quale livello che non può essere superato di 5 dB e 3 dB, rispettivamente nel periodo diurno e notturno, da qualunque sorgente fissa o mobile. Il gioco dei bambini non può solitamente essere censurato, qualora avvenga in uno spazio aperto e senza dolo, mentre se insiste in un contesto di un’attività o anche di un esercizio pubblico deve rispettare sia i valori limiti di emissione sia quelli di immissione assoluti e differenziali». Il dottor Cara porta poi un esempio pratico: «Lo scorso anno ho monitorato contestualmente una palestra, un campo di calcetto e i motori di una casa di riposo, i quali peraltro concorrevano a creare disagio a ben due residenze, in entrambi i periodi diurno e notturno. Verificate le rimostranze formali dei residenti, il danno è stato determinato dal comportamento irresponsabile dell’amministrazione comunale, la quale peraltro per anni non ha mai richiesto o verificato lo stato dei luoghi».

Solo le fonti di rumore antropiche concorrono a determinare il rumore ambientale (LA), di cui all’Art. 2 del D.P.C.M. 14/11/1997, mentre il cosiddetto rumore residuo (LR), anche detto di fondo, lo si ha quando la sorgente inquinante oggetto di analisi o meglio di verifica è spenta o comunque disattivata. «Pertanto - sottolinea Carmine Cara - il rumore prodotto dagli animali non domestici, quali ad esempio le cicale, rane, cani randagi, eccetera, concorrono all’unisono a creare un livello di pressione sonora detto appunto di fondo, sul quale va poi a sommarsi energeticamente quello prodotto da una data attività. Di converso le urla dei bambini che giocano ad esempio in uno spazio ludico pubblico o privato, e qualora superino i limiti di legge, sono sorgenti a tutti gli effetti che rispondono all’articolato del codice civile e penale, il cui gravame e ovviamente a carico del diretto responsabile».

Dottor Carmine Cara ci può illustrare brevemente, un caso che sta seguendo e che potrebbe essere rapportato ad Alghero?
«La situazione del quartiere la Marina di Cagliari è tipico di una situazione di merito, in cui i diritti reali e della salute pubblica dei cittadini/residenti sono stati disattesi e calpestati proprio da coloro che avrebbero dovuto garantirli nel tempo. Allo stesso modo il centro storico di Alghero risulta un contesto urbano in cui sono stati rilasciati pareri favorevoli all’esercizio di alcune attività (pub, bar, locali in genere), con mescita di cibi e bevande all’aperto, e peraltro supportati anche con musica dal vivo o con impianti dell’ultima generazione, senza aver mai richiesto, per quanto è dato sapere, alcuna valutazione di impatto acustico, ecc».

Dottor Carmine Cara quindi ritiene opportuno che gli Enti locali garantiscano prioritariamente il diritto alla salute dei cittadini?
«Ciò che lascia interdetti a chiunque abbia un po’ di buon senso è l’assurdo disinteresse delle amministrazioni pubbliche, anche quando un cittadino ha sollevato, verbalmente e formalmente, un proprio disagio. Allo stesso modo, non si comprende come possa essere garantito il diritto alla salute pubblica, e i diritti reali ed esistenziali durante le ore di lavoro, riposo e financo lo svago nelle proprie unità abitative, giacché il 90% dei comuni non si sono ancora dotati di un Tecnico competente in acustica ambientale, seppur sia stato precisato, e semmai ce ne fosse bisogno, con la deliberazione R.A.S. N° 62/9 del 14/9/2008».

Dottor Carmine Cara quando se c’è una generale inosservanza delle norme che succede?
«Certo da una tale inosservanza delle normative si possono comprendere le complesse e gravose ricadute sulla cittadinanza, in termini di disturbo da rumore o alla quiete pubblica, e quanto attiene ai diritti reali. In un tale coacervo di illeciti, di cui non si ripetono gli aspetti civili e penali richiamati, il cittadino soccombe, inerme, sovrastato dal potere degli Enti locali, fin quando poi prende coscienza, poi decide, a sue spese, di avviare una richiesta di risarcimento di tutti i danni patiti».

Dottor Carmine Cara, secondo Lei che cosa dovrebbe fare un cittadino vessato da decibel molesti?
«Necessita, un’adeguata perizia strumentale che attesti il perseverare nel tempo delle condizioni del disturbo, ed un accertamento amministrativo delle autorizzazioni dei locali inquinanti o, più in generale, delle sorgenti di rumore, consentono agevolmente di ricorrere al T.A.R., poi ai fori civili e penali per avversare il sindaco, ed i responsabili dei procedimenti e dei Servizi comunali e dell’A.S.L.»

Dottor Carmine Cara per quanto riguarda, invece, l’isolamento acustico degli immobili?
«Per quanto attiene l’isolamento acustico degli immobili in cui insiste una data attività, quale elemento ineludibile dell’agibilità, di cui agli Artt. 24 e 25 del D.P.R. 380/2001, e cosi pure richiamata dalla testè deliberazione regionale, va precisato che il collaudo acustico in opera non è stato richiesto per oltre un decennio, ragion per cui i certificati di agibilità sono stati rilasciati non correttamente. Pertanto, un qualunque cittadino può ricorrere agevolmente in giudizio impugnando le autorizzazioni al T.A.R., poi civilmente facendosi riconoscere i danni alla salute, quelli esistenziali, l’interesse legittimo e l’eventuale perdita di chance, per sé e per i suoi familiari».

Dottor Carmine Cara per quanto riguarda le molestie condominiali da rumore...
«Un fenomeno che attanaglia perlopiù i grandi centri urbani, che va sotto il nome delle molestie condominiali da rumore, da cui si innescano meccanismi psico-sociali, e comportamenti che sfociano ancor più nel penale. Attualmente sto seguendo un tipico caso di molestie, in cui, ora come in passato, sono stato costretto a monitorare nel tempo una situazione condominiale non certo semplice, anche in termini di sicurezza personale. Mi limito ad affermare che un qualunque cittadino che soggiace ad una tale subdola aggressione (da rumore), non resta che anticipare di tasca uno specifico rilevamento fonometrico, in quanto gli organi di vigilanza e controllo si trovano disarmati di fronte ad un contesto imprevedibile e non direttamente attribuibile ad una data sorgente. Il più delle volte un’appropriata strategia di rilevamento, a seguito di una perizia giurata, ha ricondotto le parti a comportamenti più civili, e comunque a riacquistare la serenità perduta».

Dottor Carmine Cara Lei attribuisce delle precise responsabilità agli Enti locali...
«Quanto sinora affermato non è solo frutto dello studio della materia o della pedissequa applicazione della normativa, bensì è la professionalità maturata quotidianamente nell’arco dell’ultimo decennio, a difesa dei cittadini e delle attività che, nella maggioranza dei casi, sono entrambi contestualmente parti lese dell’applicazione arbitraria delle norme, da parte di un sistema tecnico-amministrativo perlopiù fallimentare o quantomeno da rivedere».



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