Red
1 aprile 2013
Nuovo comitato anti-decibel
Si avvarrà di avvocati e periti audiometrici per intraprendere azioni giudiziarie a tutela dei diritti soggettivi. All´orizzonte una nuova "guerra dei decibel". Le parole dell'avvocato Daniele Solinas, presidente provinciale Codacons
ALGHERO - Il “Comitato di Salute Pubblica 45 decibel” è attualmente costituito da 11 cittadini algheresi con uno statuto, pronto per essere registrato, che contiene un solo articolo: “tutelare la salute dalle immissioni acustiche”. Il comitato si avvarrà di avvocati e periti audiometrici per intraprendere azioni giudiziarie a tutela dei diritti soggettivi. La notizia arriva direttamente dagli interessati, e a distanza di più di un anno dallo scoppio di quella che Alguer.it ha ribattezzato la "guerra dei decibel", con la nuova stagione estiva ormai alle porte, pare avere tutta l'intenzione di riaccendere vecchi dissapori tra titolari di attività notturne, gestori, amministrazione e cittadini-residenti.
«L'inquinamento acustico - si legge tra le motivazioni che accompagna la nascita del nuovo comitato di cittadini - è troppo spesso sottovalutato, ma della portata del problema ne sono ben consapevoli le autorità Sanitarie internazionali e nazionali. Infatti secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA) il rumore ambientale, inteso come rumore indesiderato o nocivo proveniente dall'esterno, si sta diffondendo sempre più in termini di durata ed è associato a numerose attività umane. Sono in crescita le lamentele da parte della popolazione, poiché una percentuale sempre maggiore di essa risulta esposta. Gli orientamenti dell'OMS per l'Europa propongono un valore guida per i livelli sonori notturni pari a 40 decibel (dB Lnight), cioè 5 dB in meno rispetto ai limiti della normativa attuale».
«L'esposizione al rumore causa disturbi del sonno, danni all'udito, ma anche altri problemi di salute come malattie cardiovascolari. Inoltre - sottolineano dal nuovo comitato anti-decibel di Alghero - il rumore influenza il comportamento in diversi modi: fisiologico in quanto altera le secrezioni ormonali, psicologico perché condiziona il nostro stato emotivo, comportamentale come accaduto ad Abu Ghraib e Guantanamo dove con il rumore si torturavano i prigionieri. Infine cognitivo, a far perdere la concentrazione, riporta uno studio del Politecnico di Bari pubblicato sulla rivista “La Medicina del Lavoro”, sono gli impianti di condizionamento, le macchine da ufficio e i rumori esterni vari. L'inquinamento acustico - precisano e concludono dal comitato di cittadini - è purtroppo subdolo e poco tenuto in considerazione dalle istituzioni preposte al controllo sul territorio, malgrado il suo grave peso nell'inquinamento degli organismi viventi, specie quando è notturno».
Tra le consulenze già attivate dal comitato, quella con l’avvocato Daniele Solinas, presidente provinciale dell’associazione per la tutela dei diritti dei consumatori e del cittadino utente nei confronti di soggetti pubblici e privati, siano essi anche erogatori di beni e servizi. Per difendersi dal rumore molesto che proviene dall’esterno della propria abitazione le azioni che possono essere esercitate dal cittadino sono essenzialmente di due tipi - anticipa l'avvocato Solinas - civile e penale. «L'azione civile - precisa - prevede che sia la parte che patisce il danno da immissione a rivolgersi al magistrato per richiedere l'inibitoria, ovverosia la cessazione del comportamento molesto nonché il risarcimento del danno. Trattandosi di una causa civile l'onere della prova spetta al soggetto che propone la domanda».
«In sostanza - continua Solinas - prima di rivolgersi al Giudice è necessario ottenere una o più consulenze tecniche che attestino che l'immissione sonora violi i limiti stabiliti dalla legge. Non solo. Poiché il danno prodotto è un danno alla salute, sarà necessario altresì dare prova delle sofferenze fisiche e psicologiche patite (disturbi al sonno, stress, calo dell'attenzione, depressione) mediante idonei certificati medici». La seconda strada percorribile dal soggetto vessato dalle immissioni rumorose è l'inoltro della denuncia-querela presso la Procura della Repubblica. «Infatti - ricorda l'avvocato - tutte le condotte che si estrinsecano in rumori tali da disturbare le occupazioni o il riposto delle persone sono sanzionabili ex art. 659 c.p. Spesso gli schiamazzai ed i rumori provengono sia dagli avventori del locale, sia dai musicisti assoldati dai gestori».
«Ebbene - precisa ancora l'avvocato del Codacons - in questi casi, risponde della contravvenzione il gestore del locale pubblico che non ottempera all'obbligo di controllare il volume delle emissioni prodotte all'interno del locale e, soprattutto, di impedire gli schiamazzi da parte degli avventori, quando questi avvengano in ore notturne (cfr. Cass. Pen. 5 aprile 2011 n° 13599). Chi ritiene di voler percorrere questa strada - conclude Solinas - sostanzialmente chiedendo alla competente Procura della Repubblica di procedere penalmente nei confronti dei soggetti ritenuti responsabili delle condotte incriminatrici, ben potrà chiedere il risarcimento dei danni costituendosi parte civile nel relativo processo penale».
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