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Alguer.itnotiziesassariAmbienteInternetIl coinquilino di merda in un libro
Michele Cocchiarella 25 marzo 2013
Il coinquilino di merda in un libro
Da Facebook passerà sulla carta stampata. Lo seguono oltre 200 mila utenti, 20 mila al giorno e quotidianamente arrivano un centinaio di segnalazioni: testimonianze di coinquilini che raccontano coloriti episodi di vita domestica
<i>Il coinquilino di merda</i> in un libro

SASSARI - Compagni di convivenza, compagni di avventure. Tutti ne parlano, commentano e da qualche mese c'è anche chi spera di non essere tra i protagonisti di un episodio raccontato nella pagina Facebook "Il coinquilino di merda". Ebbene sì, perché chi pensa di essere un ottimo compagno di convivenza si può rivelare come la persona che in un modo o nell'altro finisce per turbare la quiete domestica. E di coinquilini vivaci ce ne sono davvero tanti: a testimoniarlo le foto e le storie postate nel profilo dedicato a un compagno di affitto che lascia tracce dappertutto: in cucina, in bagno, nelle altre stanze o in qualunque ora del giorno e della notte. E quando il caso diventa famoso, il passaparola corre sulle connessioni internet fino a raggiungere gli utenti che forniscono il proprio contributo con nuove testimonianze, commenti e altri sfoghi da condividere.

Appena varcata la soglia del social network dallo sfondo blu, "Il coinquilino di merda" ha subito riscontrato un certo successo: su Facebook lo seguono oltre 200 mila utenti, 20 mila al giorno e quotidianamente arrivano un centinaio di segnalazioni: testimonianze di coinquilini che raccontano coloriti episodi di vita domestica. Le storie inviate vengono poi selezionate da Giuseppe Fiori, sassarese di 29 anni, giornalista pubblicista con un trascorso a Libero, l'Unità e Il Male, residente a Roma e con le valigie pronte per trasferirsi a Milano. L'inventore della pagina ha raccontato la storia, le curiosità e il futuro di un'idea nata nell'ottobre scorso ma che a breve potrebbe diventare un libro da creare con il contributo degli utenti.

Com'è nata la pagina?
«Lavoravo a Il Male e dovevo trovare un'idea per un articolo: ho creato la pagina e il pezzo è stato pubblicato a inizio novembre. Ho continuato a mantenerla e aggiornarla, mi divertivo e ancora oggi è così».

Ti aspettavi questo successo?
«Mi sono accorto da subito che avrebbe avuto un seguito, la gente ha iniziato a scrivermi e il passaparola è dilagato ma non credevo che in tre mesi avrebbe avuto un riscontro così ampio».

Hai avuto anche tu un "coinquilino di merda"?
«Quando ho fatto nascere la pagina dicevo ai miei amici di inviarmi delle storie. E i primi a farlo sono stati i miei coinquilini che mi raccontavano quello che facevo. Probabilmente ero io. Molti non si rendono conto di essere coinquilini di merda ma lo sono un po' tutti».

Qual è la storia più originale che hai pubblicato?
«La prima è il piccione trovato morto nel water di un bagno. I coinquilini andati in vacanza avevano lasciato la finestra aperta e tra i piccioni entrati nel bagno, dove hanno sporcato ovunque, uno di questi è rimasto incastrato. Una volta rientrati i coinquilini si sono rivolti a una ditta di pulizie ma questa, sentita la storia, si è rifiutata di accettare. L'altro episodio riguarda la serie dei coinquilini sbronzi: uno di questi ha portato dentro casa il cartello di una stazione lungo tre metri e lo ha messo in camera».

Un centinaio di segnalazioni al giorno, quanto tempo ti occupa?
Attualmente faccio questo come lavoro e mi prende molto tempo davvero. Leggo tutte le segnalazioni che mi arrivano. Mi scrivono su Facebook, twitter o via mail. Mi scrivono anche mail lunghissime, un vero sfogo, che è un po' la funzione della pagina. C'è una guerra silenziosa nelle case. La cosa più bella è leggere le storie e le confidenze di tutti. Inoltre faccio sempre verifiche nei miei limiti: chiedo, scavo un po', c'è comunque un filtraggio da parte mia anche se poi nel dubbio su alcune storie tendo a crederci anche perchè alcune sono troppo belle per essere finte. E poi devo mantenere viva la pagina con iniziative collaterali come il calendario uscito a dicembre che ha riscosso un buon successo».

Cosa pensi dei commenti sulle storie pubblicate?
«A volte sono meglio dei post, sono divertenti, c'è chi fa umorismo, chi scrive la risata e poi c'è la frangia di chi dice sempre che non è vero».

Da quale città arrivano più segnalazioni?
«Roma e poi Bologna ma sono due città in cui ci sono molti studenti quindi credo sia un discorso di numeri. Influisce anche dove vivo infatti il primo boom è stato a Roma».

Ma il coinquilino di merda chi è?
«Non si può definire, ce ne sono di tutti i tipi, è relativo. A parte i fatti estremi nasce dalle differenze tra la gente. In un sondaggio recente che avevo proposto, al primo posto c'era il coinquilino che non pulisce».

Che idea hai della convivenza?
«Se vogliamo approfondire, il fatto di vivere con altri coinquilini si è diffuso con il boom delle iscrizioni alle università negli ultimi anni. Non è che poi sia così normale vivere con un estraneo: nel senso che uno magari si fa tante storie per andare a convivere con la ragazza ma poi con tanta leggerezza vive in casa con gente che neanche conosce. Pensandoci bene non è proprio scontato ma noi lo facciamo tranquillamente».

Il futuro della pagina?
«Rimarrà attiva su Facebook, twitter e nel sito ma il prossimo progetto è creare un libro con il contributo degli utenti e un domani anche una serie web».



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