A.B.
10 marzo 2013
Corner promozionali: Critiche da Cna e Confartigianato
«Finanziamenti eccessivi per obiettivi poco mirati». Le due associazioni di Categoria dell’Artigianato contestano le direttive per i corner promozionali dell’artigianato artistico
CAGLIARI - «La decisione dell’assessore Regionale all’Artigianato, Turismo e Commercio Luigi Crisponi di finanziare la realizzazione di postazioni per la promozione di prodotti di artigianato artistico, all’interno delle strutture ricettive, nei porti e negli aeroporti della Sardegna, ci lascia quanto meno perplessi, affermano i rappresentanti di “Cna Sardegna” e “Confartigianato Imprese”. Infatti, secondo quanto si legge sul sito della Regione, l’Assessorato avrebbe approvato le norme (al momento non rintracciabili) relative agli “Incentivi per la realizzazione di postazioni per la promozione di prodotti espressione dell’identità locale” escludendo di fatto le imprese artigiane dell’artistico, tipico e tradizionale, concedendo finanziamenti eccessivi per la realizzazione di non ben specificati “spazi espositivi”, senza sapere se le imprese locali ne avranno un reale ritorno. Per Confartigianato e Cna, appare eccessiva la quota massima di finanziamento per corner espositivi che può arrivare sino a 60mila euro per beneficiario e con una percentuale di contributo pubblico pari all’80percento e per un vincolo massimo di cinque anni.
«Un sostegno tale, non è previsto nemmeno per investimenti i cui esiti hanno un effetto diretto sulla produttività dell’impresa – contestano- come nel caso di acquisti di macchinari o attrezzature. Sono cifre ragguardevoli per il semplice allestimento di una vetrina, tanto più se si considera che normalmente gli alberghi di un certo tipo hanno già un angolo o uno shop dedicato e che difficilmente imprese meno strutturate come b&b o agriturismo faranno richiesta». Per le due associazioni, «considerata la notevole somma che i beneficiari possono acquisire da questa operazione, ci sarebbe inoltre bisogno di chiarezza sul concetto di “postazione per la promozione” al fine di evitare il rischio che la Regione finanzi, con soldi pubblici, degli spazi poco visibili o poco consoni allo scopo. Poiché la delibera in questione farebbe riferimento a “postazioni per la promozione” e alla mera“esposizione di produzioni” e non prevede la vendita dei prodotti, c’è da credere che il ritorno per l’artigiano sarà limitato e non immediato». Dubbi anche sulle condizioni alle quali verranno costretti gli artigiani: «Con tutta probabilità, in assenza di accorgimenti particolari, agli artigiani verrà chiesto di mettere a disposizione gratuitamente e senza impegno la propria merce, anche per tempi medio lunghi e senza un rientro economico apprezzabile. Le imprese, in nome delle quali i fondi vengono spesi, dovranno quindi investire in prima persona, mentre le strutture ricettive faranno un’operazione di allestimento dei propri spazi a costi risibili».
Inoltre, per CNA e Confartigianato, l’assessore regionale dell’Artigianato dovrebbe spiegare come intende vigilare sulla effettiva origine isolana del prodotto esposto, in un momento in cui le frodi e le contraffazioni dilagano e buona parte dei prodotti extraregionali di artigianato artistico vengono venduti per sardi anche se sono stati realizzati fuori dalla Sardegna. «E’ previsto un elenco ufficiale di produttori dal quale attingere? Se si, come si intende gestirlo considerato che l’Assessorato non è stato in grado, in questi ultimi anni, nemmeno di rivedere ed aggiornare gli elenchi a cui i gestori dei negozi ex “Isola” devono obbligatoriamente rifarsi per l’acquisto della propria merce?», si domandano le associazioni. «E’ plausibile credere che nelle vetrine finanziate dalla Regione, in assenza di controlli, finiscano oggetti di ogni provenienza geografica. L’Assessorato infatti non ha fatto nulla recentemente e nonostante le pressioni delle Associazioni, per tutelare i manufatti locali e creare strumenti di vigilanza rispetto all’importazione e la vendita di paccottiglia e cineseria estera. Non solo si lascia che decine di negozi espongano insegne ingannevoli che fanno riferimento all’artigianato sardo per vendere prodotti non isolani, ma l’Assessorato ha anche bloccato la procedura relativa ai marchi geografici collettivi avviata dalla precedente Giunta Regionale e per la quale erano stati spesi centinaia di migliaia di euro di fondi pubblici». Seppur apprezzando la volontà di creare sinergie tra il comparto turistico e quello artigianale, le due principali Confederazioni Artigiane sono del parere che destinare quasi 2milioni e 400mila euro a questa iniziativa, significhi ancora una volta, depauperare delle risorse in nome dell’artigianato, senza che gli artigiani e la Sardegna ne abbiano un reale ritorno.
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