ALGHERO - L'incontro pubblico promosso dal Fai con il dott. Pietro Alfonso, coordinatore scientifico del sistema museale del Comune di Alghero, è stata l'occasione per chiedere all'archeologo quando verrà aperto alla fruizione pubblica il Museo Archeologico di Alghero: «Auspico per la prossima estate». L'allestimento è quasi ultimato, ma un'infiltrazione di acqua ha rimesso tutto in discussione. Ora l'amministrazione comunale ha reperito i fondi e celermente verrà affidato l'incarico all'impresa che dovrà eseguire le riparazioni. Se tutto va bene, tra breve, Alghero avrà finalmente il suo museo. Idea nata negli anni '80 del secolo scorso, forse vedrà la luce la prossima estate.

Con l'archeologo Pietro Alfonso, visto il tema della sua conferenza dedicato al pozzo sacro di età nuragica in località La Purissima, si è cercato di capire i motivi per i quali, a distanza di 12 anni dallo scavo, il sito sia è fruibile. «Il problema - spiega Alfonso - che impedisce la valorizzazione dell'importantissimo sito archeologico è rappresentato dall'afflusso delle acque di un canalone». E' necessario un intervento di ingegneria idraulica. Non è facile quantificare la spesa. Eppure quale che sia l'entità della spesa, insieme al museo archeologico, l'offerta culturale del territorio andrebbe ad assumere un ulteriore significato storico-culturale.

Inoltre per una svolta decisiva nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico di Alghero è fondamentale acquisire al patrimonio pubblico il sito archeologico e la villa romana di Sant'Imbenia nella baia delle Ninfe. I due siti ricadono all'interno di proprietà private e sono difficilmente visitabili, perciò è necessario che la nuova classe dirigente di Alghero li faccia acquisire al patrimonio pubblico dando nuovo impulso alla valorizzazione dei beni culturali. Il Quotidiano di Alghero promuoverà, attraverso una serie di interventi, una campagna di sensibilizzazione per la valorizzazione del patrimonio culturale della città.

Nella foto: Pietro Alfono