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Alguer.itnotiziesardegnaPoliticaInformazione › Paolo Trudu scrive a Nichi Vendola
Red 23 gennaio 2013
Paolo Trudu scrive a Nichi Vendola
L´addetto stampa targato Popolo della Libertà tenta di difendersi e scusarsi all´indomani delle frasi omofobe scritte su Facebook nei confronti del leader di Sinistra Ecologia e Libertà
Paolo Trudu scrive a Nichi Vendola

CAGLIARI - L'addetto stampa del gruppo consiliare regionale del Popolo della Libertà, Paolo Trudu, si difende e scusa nei confronti del leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, all'indomani del polverone che le sue azzardate dichiarazioni hanno provocato nel mondo politico nazionale. Di seguito il testo integrale della lettera inviata a Vendola (nella foto).

Illustre onorevole, Nicola Vendola,
in un momento di rabbia dettata soprattutto da attacchi su Facebook che quotidianamente vengono rivolti al partito a cui sono iscritto e al Presidente dello stesso, attacchi spesso pilotati che lo accusano e
accusano il sottoscritto di essere mafioso, pedofilo, e violentatore di minorenni, sicuramente ho avuto uno scatto di ira nel rispondere alle sue dichiarazioni che, le devo dire, mi hanno colpito personalmente.
Sono un militante dal 1995, e per 5 anni, dal 2000 al 2005, ho anche avuto incarichi istituzionali quale consigliere nella provincia di Cagliari e presidente della commissione pubblica istruzione. Ho svolto il mio mandato rispettando tutti e confrontando le mie idee con quelle degli altri senza mai un gesto di acredine o accenti ingiustificabili. Ritengo che la mia passione politica sia almeno pari alla sua, passionale e appassionata, calorosa, arcigna, ma soprattutto onesta.
Per questo, ho perso il lume della ragione leggendo la parola “camorrista” indirizzata, non ad un singolo esponente, ma all’intero partito e ho sicuramente trasceso in affermazioni di cui pubblicamente ho già chiesto scusa per averle pronunciate, alle persone che si sono sentite ferite da questo ingiusto accanimento. Una decina di giorni fa, esasperato ad ignobili attacchi personali che ricevevo sul social network Facebook da parte di persone conosciute e sconosciute, comunicavo la mia possibilità a lasciare questo strumento su Internet, da troppi utilizzato per ingiuriare, insultare i miei post, il mio partito, la mia persona, la chiesa cattolica a cui indegnamente ritengo di appartenere, molti dei quali li ho cancellati perché non leggibili, ricchi di bestemmie e insulti irripetibili. Le confesso, sono stati giorni ad alta tensione che, purtroppo, non sono riuscito a gestire come le vicende, invece, richiedevano. Perciò, ho individuato nell’appellativo “odore di camorra nel PdL”, un ennesimo insulto alla mia persona. L’attacco, o la difesa partita incautamente, non ha tenuto conto, purtroppo, delle conseguenze e del male che stavo facendo a Lei e a tanti amici. Rifuggo e condanno l’omofobia, ma l’aver trasceso nelle
parole mi ha fatto inquadrare, dagli altri, in questa categoria che, sinceramente, non ritengo di appartenere. Sono cosi entrato in un tam tam mediatico, amplificato certamente dalla campagna elettorale che, ingiustamente, ha voluto coinvolgere anche il PdL che, in verità, non c‘entra nulla essendo io il responsabile a solo titolo personale. Purtroppo, i social network sono una lama a doppio taglio in cui tutti si arrogano il diritto di giudicare, insultare, apostrofare chi non la pensa come te. E io, purtroppo e ingenuamente, ci sono caduto in pieno.
Per questo, le chiedo umilmente di voler accettare le mie scuse senza chiedere niente in cambio e, qualora Lei dovesse venire a Cagliari per la campagna elettorale, mi sentirei onorato di poterLe stringere
la mano, possibilmente lontano da telecamere e taccuini di colleghi giornalisti. Ritengo, peraltro, poter giudicare come i toni altissimi di questa campagna elettorale, coinvolgano noi piccoli guerriglieri a commettere errori madornali. Confido nel suo impegno, sempre leale e corretto, a contribuire, come farò io nel mio piccolo, affinché i toni si abbassino perché gli italiani si stanno davvero esasperando.



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