P.P.
16 gennaio 2013
I migliori incisori in mostra al Mus´a
La Pinacoteca di Piazza Santa Caterina, si arrichisce di una selezione di stampe dei miglior incisori italiani, affiancate ai capolavori realizzati tra il 1920 e il 1950 da Biasi, Dessy, Delitala, Floris, Ballero
SASSARI - Arriva alla Pinacoteca Mus’a al Canopoleno, una selezione di stampe dei maggiori incisori italiani contemporanei. L’esposizione, proveniente da Olzai, sarà visitabile dal 17 gennaio al 5 febbraio prossimo. Scelte tra quelle in mostra nella I Biennale dell’Incisione Italiana organizzata da Enrico Piras per il Comune di Olzai (sede espositiva è là Casa Mesina), a Sassari il Mus’a presenta le opere di ventidue artisti viventi che, affiancate ai capolavori realizzati tra il 1920 e il 1950 da Biasi, Dessy, Delitala, Floris, Ballero, permettono di conoscere il panorama contemporaneo del nostro paese e mostrano qual è l’attuale “stato dell’arte” in Italia quando si parla di incisione “pura”.
Le tecniche sono varie, ma non si discostano troppo da quelle tradizionali: sono raffinate acqueforti su matrice di rame, talvolta associate alla puntasecca come nell’inquietante torre di Babele del parmense Andrea Beuchat, preziose acquetinte (la magnifica Capotesta del padovano Giampaolo Dal Prà) o incisioni realizzate a bulino, talora sul moderno plexiglass (Non accarezzarmi del torinese Gianni Verna).
Unico sardo presente è il decano Gianni Dotzo, con una xilografia che mostra la vitalità della lezione dei grandi maestri isolani del ‘900, facilmente riscontrabile osservando le Visioni di Sardegna esposte nella prima sala.
L’arrivo delle opere da Olzai è la prima delle iniziative collaterali che la Soprintendenza metterà in atto a corredo della mostra: in funzione didattica è già allestita una teca contenente le matrici in legno, zinco e rame, dell’incisore cagliaritano Felice Melis Marini (1873 – 1951) e la cassetta degli strumenti dell’Artista Tona Scano, figlia dell’Architetto Dionigi, una delle poche donne, insieme a Stefania Boscaro (di cui è esposta una limpida acquaforte), che praticarono, con altissimi risultati, l’incisione in Sardegna.
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