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C.S. 11 gennaio 2013
Questione spinosa | Russino e Prigigallo
La doppia intervista al direttore uscente dell´Area marina, Gianfranco Russino, e al comandante della Capitaneria, Giuseppe Prigigallo: stato di salute e controlli sul Paracentrotus lividus dei mari algheresi
Questione <i>spinosa</i> | Russino e Prigigallo

ALGHERO - Due esperti a confronto sul riccio di mare. Da una parte il direttore uscente dell'Area Marina Protetta Capo Caccia- Isola Piana, Gian Franco Russino, dall'altra il comandante della Guardia Costiera di Alghero, Giuseppe Prigigallo, in un'intervista doppia rispondono alle domande sullo stato di salute e sulle attività di controllo dell’autorità marittima del riccio di mare (Paracentrotus lividus).

Gian Franco Russino, lei è stato direttore dell’Amp per circa dieci anni, può dirci quale è la situazione degli stock dei ricci e se ci sono pericoli di estinzione per la specie?
«Il Paracentrotus lividus, il comune riccio di mare, è stato oggetto di specifico studio nell'Area marina protetta Capo Caccia – Isola Piana al fine di acquisire informazioni circa la consistenza dello stock della specie, la struttura di popolazione e l'eventuale effetto riserva. La ricerca, condotta sotto la supervisione scientifica dell'Università di Sassari, ha preso in considerazione numerose stazioni distribuite secondo la zonizzazione dell'Amp e dell'esposizione. I dati acquisiti e trasmessi al competente Ministero registrano abbondanze della specie di tutto conforto in ogni sito indagato all'interno dell'area marina con presenze di taglie, in alcuni casi, ai limiti di quanto indicato in letteratura. Anche la struttura di popolazione è piuttosto equilibrata. Per questo il prelievo degli esemplari di P lividus nei limiti stabiliti dalla direzione dell'Amp, previa autorizzazione del Ministero dell'Ambiente, si è dimostrato del tutto sostenibile ben coniugando la difesa dell'ambiente con le esigenze dei pescatori e delle tradizioni di Alghero».

Analogo studio condotto, dalla Regione Sardegna sull'intera Isola, quindi anche nel nostro distretto marino, ma su un numero molto più limitato di stazioni, ha confermato quanto acquisito dall'Amp.
Comandante Giuseppe Prigigallo, chi potrà vendere i ricci?

«La pesca del riccio di mare è consentita ai pescatori marittimi professionali iscritti nel registro tenuto dalle Capitanerie di Porto, e dai pescatori professionali subacquei, in possesso di autorizzazione per la pesca subacquea professionale, sia in apnea, sia con l’ausilio di apparecchi ausiliari di respirazione. Il quantitativo massimo di ricci che si possono prelevare è di 3mila esemplari se accompagnati da un assistente, singolarmente è consentito prelevare un massimo di 1500 esemplari. La taglia minima prevista per i ricci di mare e’ di 50 millimetri. E’ ammessa anche la pesca da parte del pescatore sportivo fino ad un massimo di 50 esemplari a giornata. Il pescatore professionale autorizzato, poi, dopo il passaggio del riccio di mare presso un centro per l’etichettatura ai fini della tracciabilità e al controllo sanitario del prodotto, può commercializzarlo attraverso mercati, pescherie e ristoranti. Lo stesso pescatore professionale autorizzato potrà vendere direttamente dalla barca un quantitativo di un importo massimo di 50 euro a persona, sempre a condizione che il prodotto sia transitato al centro; a differenza del pescatore sportivo che invece non potrà vendere il prodotto pescato poichè si considera per uso personale».

Gianfranco Russino, come e quanto potranno essere pescati in maniera ecosostenibile?
«I limiti posti durante la mia direzione, dopo una lunga contesa anche giuridica con altre istituzioni risolta a favore dell'Area Marina da una nota ministeriale che accoglieva le tesi dell'Amp, consentono il prelievo ai soli pescatori professionisti per un massimo di 1000 esemplari e per massimo di 20 giornate di pesca senza l'ausilio delle bombole. Peraltro le autorizzazioni richieste e rilasciate sono state molto contenute e l'esclusione della pesca sportiva/ricreativa del riccio di mare ha limitato definitivamente il prelievo del riccio di mare consentendo una recupero della popolazione di P. lividus impensabile sino a pochi anni fa. Le modalità di prelievo, coppo e raspetta, sono selettive ed escludono danni ad altre specie e all'ambiente in generale».

Comandante Giuseppe Prigigallo, quali autorizzazioni devono richiedere i pescatori professionisti per poter vendere i ricci?
«Come già accennato, la condizione necessaria per l’immissione in commercio è il passaggio presso un centro. La vendita è consentita durante il periodo individuato dalla Regione Sardegna, che coincide con la pesca stessa. Per il 2012/2013 il calendario è previsto dal 1 novembre 2012 al 4 maggio 2013».

Gianfranco Russino, quindi, non dobbiamo sentirci in colpa mangiando questa prelibatezza?
«Direi proprio di no. Il Paracentrotus lividus fa parte della nostra cucina da sempre e costituisce una risorsa economica significativa per Alghero, a cui non è necessario rinunciare, piuttosto si devono contemperare prelievo e tutela. Possiamo dire di esserci riusciti e quindi nessun senso di colpa. E' da ricordare però come sia importante non abbassare la guardia: infatti se la situazione della specie all'interno dell'Amp è ottimale, all'esterno lo è meno, molto meno».

Comandante Giuseppe Prigigallo, quali controlli effettua la Guardia Costiera?
«I controlli che vengono effettuati sono a mare e a terra, e coordinati dal Compartimento Marittimo di Portotorres e dalla Direzione Marittima di Olbia. Il personale delle motovedette identifica il pescatore e accerta se è in possesso dell’autorizzazione regionale, o di quella dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana per la pesca all’interno della stessa area, e verifica il quantitativo in possesso. Invece a terra, nell’ambito dei controlli sulla filiera della pesca, si presta maggiore attenzione alla tracciabilità del prodotto. Ad esempio un controllo in ristorante significa accertare il possesso della nota di vendita (fra il ristoratore e il pescatore autorizzato), i documenti di trasporto che ne accertino la provenienza anche del passaggio obbligatorio di un centro per l’etichettatura e il controllo sanitario».

Nella foto: Gianfranco Russino e Giuseppe Prigigallo
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