Red
9 gennaio 2013
Ospedale Ozieri: cresce attività diagnostica
A sostenerlo è il direttore dell’Unità Operativa, Antonio Pirisi, in una relazione inviata nei giorni scorsi alla Direzione Generale della Asl di Sassari
SASSARI - «A circa un anno e mezzo dal trasferimento nei nuovi locali del padiglione C del Presidio Ospedaliero il bilancio assistenziale della Radiologia di Ozieri è positivo». A sostenerlo è il direttore dell’Unità Operativa, Antonio Pirisi, in una relazione inviata nei giorni scorsi alla Direzione Generale della Asl di Sassari. «Grazie all’apporto delle nuove apparecchiature e dei moderni sistemi di gestione, l’attività diagnostica è in crescente aumento». Negli ultimi 17 mesi i pazienti transitati nella Radiologia dell’Antonio Segni sono passati da 29.500 a circa 32.756 con un aumento percentuale del 26% per la Tomografia Computerizzata, del 12% per la Senologia, del 5% per la Radiologia Tradizionale e del 17% per l’Ecografia. Trend positivo ottenuto anche a seguito della ripresa dell’attività di Risonanza Magnetica che, dopo un’interruzione di alcuni anni, ha consentito di soddisfare la domanda assistenziale non solo del territorio del Monte Acuto ma anche quella di altri distretti aziendali e di altre Asl dell’isola.
L’alta tecnologia delle nuove apparecchiature, inoltre, ha permesso di migliorare e modificare alcuni protocolli diagnostici come quelli relativi all’Uro-TC per lo studio dell’apparato urinario e quello della colonscopia virtuale per lo studio del colon, che consente di diagnosticare anche minime lesioni delle pareti. Nel Servizio di Risonanza Magnetica, oltre alla particolare accuratezza nella diagnostica muscolo-tendinea e neuroradiologica, dovuta quest’ultima alla presenza a Ozieri dell’unico reparto di Neurologia dell’Asl, sono stati introdotti particolari protocolli per lo studio dell’articolazione temporo-mandibolare, del fegato con mezzo di contrasto epato-specifico e delle vie biliari. Inoltre - annuncia Pirisi - è previsto a breve lo studio della mammella mediante RMN.
L’attività di Ecografia è stata implementata grazie all’introduzione dell’Eco-Color-Doppler dei vasi sovraortici, l’Ecografia muscolo-scheletrica e, recentemente l’Ecografia con mezzo di contrasto dedicato (CEUS). Anche la Senologia, da sempre punto di forza della Radiologia, ha registrato un incremento dell’attività, con particolare riguardo alle biopsie e agli esami ecografici non complementari alla mammografia. «Dal punto di vista organizzativo, con la realizzazione di percorsi diversificati, è stata ridotta la promiscuità fra pazienti ambulatoriali e ricoverati - spiega il direttore dell’Unità Operativa di Radiologia. Per questi ultimi e per i pazienti critici è stata, infatti, predisposta un’apposita sala d’attesa».
Per quanto riguarda le nuove apparecchiature, l’Ospedale Antonio Segni ha a disposizione una TC multislice 16 strati che permette di eseguire esami radiologici ad elevata velocità e di studiare in un’unica scansione interi volumi del corpo con indubbi vantaggi, fra i quali una minore somministrazione di radiazioni ionizzanti e di mezzi di contrasto. «La Risonanza Magnetica da 1,5 Tesla, dotata di moderne e sofisticate bobine di ricezione - aggiunge Pirisi - permette la prosecuzione di una tradizione diagnostica iniziata nel lontano 1991, quando insieme all’Ospedale Brotzu di Cagliari, fu installata nel Presidio Ospedaliero di Ozieri la prima apparecchiatura di RMN in Sardegna».
Una vera e propria rivoluzione è stata infine realizzata con l’introduzione del Sistema RIS-PACS, il sistema informatico che permette di erogare, attraverso la totale digitalizzazione dei dati e delle immagini radiologiche, un servizio di altissima qualità.
«Il nuovo sistema ha permesso la completa eliminazione delle pellicole radiografiche che sono state sostituite dai CD/DVD con un notevole guadagno in termini d’impatto ambientale ed economico». Inoltre, la sicurezza dei dati, la facilità di refertazione legata all’immediata disponibilità delle immagini e la possibilità di un avere un confronto rapido anche con esami eseguiti in sedi distanti (teleconsulto) consentono di ottimizzare i tempi d’intervento e migliorare i percorsi assistenziali su quei pazienti, come quelli di competenza neurochirurgica, che devono essere trattati in altri centri.
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