Antonio Sini
15 giugno 2005
La CSS sull´esito del Referendum Regionale contro le scorie
«Il dato positivo è quel 78,9% di SI che hanno capito il messaggio del Comitato Referendario ed hanno condiviso la battaglia di civiltà con coraggio e senza grandi risorse nè finanziarie nè di mezzi di comunicazione»
CAGLIARI - Nonostante la sconfitta sul referendum la CSS interviene per ribadire la ragioni del suo sì e sulla grande opportunità che il popolo sardo ha avuto di potersi esprimere contro la trasformazione della Sardegna in una mega pattumiera d’Italia, sotto il solito ricatto fatto ai sindacati e ai lavoratori della perdita di tanti posti di lavoro. I sardi hanno capito e si sono pronunciati per il 78% contro le scorie in Sardegna e i rifiuti tossiti trattati nella nostra regione. L’incalzare della politica anche su tematiche molto sensibili, dove il “non votare” è diventato il verbo imperante, ed ha fatto fallire un istituto di grande democrazia, non mette il bavaglio ai sardi su un problema che non può sottacersi, la nostra è una opposizione ferma e vigile sulla trasformazione della nostra terra fatta da chi dei sardi ha poco rispetto, e ribadiamo che i sardi la bandana dagli occhi se la sono tolta da tempo!
«La Confederazione Sindacale Sarda ringrazia i cittadini ed i lavoratori sardi che il 12 e 13 giugno hanno espresso liberamente il loro voto per il referendum Regionale sui rifiuti tossici - scorie. Non si è avuto l´effetto trascinamento sperato e l´astensione, partito vincente di tutti i 5 Referendum, ha penalizzato il risultato anche del Referendum Regionale che si è bloccato sul 26,6% e non ha raggiunto il quorum del 33%. Il dato positivo è quel 78,9% di SI che hanno capito il messaggio del Comitato Referendario ed hanno condiviso la battaglia di civiltà con coraggio e senza grandi risorse nè finanziarie nè di mezzi di comunicazione. Restano valide tutte le ragioni del SI e per questo la CSS continuerà a battersi insieme a tutte le forze che fanno parte del Comitato ed i Movimenti e i Partiti che l´hanno sostenuto perché in Sardegna prevalga un modello di sviluppo sostenibile ed ecocompatibile a garanzia della salute dei lavoratori che trattano i rifiuti pericolosi e a difesa delle popolazioni che hanno diritto ad un ambiente sano e pulito insieme alla possibilità di forme di produzione e di lavoro che superino le attuali attività fortemente inquinanti.
Al Consiglio Regionale spetta ora interpretare al meglio il risultato del Referendum Regionale sul quale deve pesare tutto il significato ed il valore di quel 78,9% di SI che significano impegno per migliorare la Legge attuale e risolvere il problema reale delle discariche dove stoccare e smaltire le scorie perché noi ed i nostri figli non meritiamo una Sardegna pattumiera ed è questo un impegno di tutti i sardi sia di quelli che hanno vinto e sia di quelli che hanno perso questa consultazione referendaria».
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