ALGHERO - I catalani sono chiamati alle urne il 25 novembre per scegliere un nuovo governo regionale. «Non saremo servi dello Stato spagnolo, il popolo catalano vuole avere un luogo fra le nazioni del mondo». Così Artur Mas, presidente uscente della Catalogna e grande favorito delle elezioni di domani nella regione di Barcellona, ha chiuso la campagna elettorale. Il confronto politico delle ultime settimane ha di fatto trasformato il voto in Catalogna in un plebiscito sull'indipendenza della Regione dallo Stato nazionale.

I 135 seggi se li giocheranno il CiU (Convergència i Unió Democràtica) ripresenta il presidente uscente Artur Mas con lo slogan “La volontà di un popolo”. E' il grande favorito e probabilmente avrà anche la maggioranza assoluta dei voti. Aveva 62 seggi; il Partit dels Socialistes che nel precedente parlamento aveva 28 seggi. Il Partit Popular non lascia spazio a dubbi, il suo motto è “Catalunya si, España tambien” , candida la signora Alicia Sanchez Camacho. L’ultima volta aveva 18 seggi. La coalizione Iniciativa per Catalunya Verd – Esquerra Unida i Alternativa, il suo candidato è Joan Herrera, finora ha avuto 10 seggi. Il partito della sinistra repubblicana ERC, che dimezzando i voti ad ogni consultazione sembrava a un passo dalla tomba, ha trovato il suo salvatore: un docente universitario – Oriol Junqueras, l’ultima volta aveva 10 seggi.

Una piccola formazione che recupera un nome storico del catalanismo è SI (Solidaritat Catalana per la Independència) ripresenta il notaio Alfons López Tena con il motto inequivocabile “Indipendenza 2014 – siamo garanzia d’indipendenza”. La formazione populista C’s (Ciutadans de Catalunya) ferocemente contrario al nazionalismo catalano, ripresenta il deputato Albert Rivera con un duplice motto “meglio uniti” e “un progetto per tutti”, aveva 3 seggi durante l’ultima legislatura.

Nella foto: Artur Mas con Carlo Sechi, durante una recente visita ad Alghero