Una biologa dell’università di Biedefeld in Germania, Ulrike Lampe, ha scoperto quanto sia devastante per l’equilibrio naturale e la vita degli animali l’inquinamento da rumore. Una storia da leggere come una parabola. Dopo la denuncia ad Alguer.it del tenente di vascello Giuseppe Prigigallo comandante della Guardia costiera, disturbata nelle sue delicate mansioni dalla "guerra dei decibel" ancora in corso ad Alghero
ALGHERO - La pubblica
denuncia del comandante della Capitaneria di porto di Alghero, il Tenente di Vascello Giuseppe Prigigallo, contro la deregulation acustica, per evitare che si riapra la «guerra dei decibel» con la richiesta al sindaco Lubrano di aprire un tavolo delle autorità, modello Cagliari/Zedda, per garantire il rispetto delle leggi sul territorio cittadino, provvedendo a una chiara definizione di competenza e divisione del territorio tra tutte le forze dell’ordine, ha coinciso con una notizia sull’inquinamento da rumore che ha meritato la prima pagina della
Repubblica edizione nazionale. Una storia da leggere come una parabola.
Una biologa della dell'università di Biedefeld in Germania, Ulrike Lampe, ha scoperto che gli animali disturbati dal rumore se vogliono resistere e sopravvivere sono costretti anche loro ad alzare la voce. Ha raccontato Ulricke Lampe alla giornalista di Reppubbica Elena Dusi: «Gli uccelli di città, le rane che vivono vicino alle strade e perfino le balene assordate dai sonar delle navi hanno scelto da tempo la strategia di aumentare il volume dei loro richiami. Ora si è scoperto che anche dei piccoli insetti come le cavallette si sforzano di "gonfiare i polmoni" per sovrastare il traffico di una strada.
E se le notti d'estate sono ormai prive di lucciole, i giorni di canicola finiranno col riempirsi della voce di grilli e cavallette. (…) Alzare la voce, come in un bar troppo affollato, è la strada più facile per farsi sentire in mezzo al traffico di uomini e macchinari. (…) Con un mondo sempre più agitato dalle onde sonore, animali abituati a percepire un fruscio fra le foglie, a interpretare l'attrito del vento sulla sabbia o a comunicare a decine di chilometri di distanza, magari sott'acqua, si trovano nella darwiniana condizione di adattarsi o morire».
Secondo le ricerche sul campo della biologa, «le cavallette che vivono in aree rumorose aumentano il volume dei loro canti, specialmente dei brani che contengono suoni gravi. È infatti alle basse frequenze che il rumore del traffico interferisce di più con i loro richiami». «Il rumore prodotto dall'uomo - prosegue la Lampe - impedisce alle femmine di percepire i messaggi di corteggiamento dei maschi e di capire quanto sono attraenti. (…) Il dilemma cui si trovano di fronte alcune rane studiate dall'università di Melbourne è emblematico.
Alle femmine infatti piacciono i maschi dalla voce grave e profonda. Ma i maschi, per sovrastare il rumore del traffico che è particolarmente fastidioso alle frequenze più basse, sono costretti ad accentuare gli acuti». Quanto sia dannoso l’inquinamento da rumore all’equilibrio degli animali e dell’umo ha così trovato una nuova conferma, perciò ancora più preoccupante. Conclude desolata Ulricke Lampe: «Sulla Terra anche il silenzio è in via di estinzione».