Nonostante il saldo sia positivo e pari a quasi +20.000, a impensierire l´Ufficio studi Cgia di Mestre è il fatto che ad aprire siano aziende con dimensioni occupazionali molto contenute
ALGHERO - Nei primi 9 mesi di quest'anno hanno chiuso i battenti 1.000 imprese al giorno. Lo rileva la Cgia di Mestre sottolineando che ad andare male è l'artigianato e che da tre anni il saldo della nati-mortalità delle aziende italiane è sempre negativo. Anche se le imprese nate sono più numerose di quelle cessate, nei primi 9 mesi di quest'anno sono poco più di 279.000 le imprese che hanno chiuso i battenti: praticamente 1.033 al giorno, sottolinea la Cgia di Mestre.
Nonostante il saldo sia positivo e pari a quasi +20.000, a impensierire l'Ufficio studi Cgia di Mestre è il fatto che ad aprire siano aziende con dimensioni occupazionali molto contenute, mentre quelle che chiudono sono quasi sempre delle attività strutturate con diversi lavoratori alle loro dipendenze. «Nonostante il saldo della nati-mortalità delle aziende sia positivo - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - dobbiamo ricordare che molte persone hanno aperto un'attività in questi ultimi anni di crisi, non perché in possesso di una spiccata vocazione imprenditoriale, bensì dalla necessità di costruirsi un futuro occupazionale dopo esser stati allontanati dalle aziende in cui prestavano servizio come lavoratori dipendenti».
«Ma la riflessione del segretario della Cgia non finisce qui.
"In passato - continua Bortolussi - la decisione di aprire la partita Iva maturava dopo molti anni di esperienza lavorativa come dipendente: non a caso oltre il 50% dei piccoli imprenditori proviene da una esperienza come lavoratore subordinato. Spesso gli investimenti realizzati per aprire una impresa erano il frutto dei risparmi del neoimprenditore e della sua famiglia».