Red
18 ottobre 2012
C’era una volta Piazza Santa Croce
Di seguito la lettera aperta inviata alla redazione di Alguer.it da una residente del cuore storico di Alghero.
ALGHERO - Decibel sparati in ogni angolo della città, senza rispetto di residenti e lavoratori, tavolini che divorano piazze e marciapiedi un tempo luogo d'incontro, venditori abusivi in molti quartieri cittadini: in una parola deregulation. E' anche di questo che tratta la lettera inviata alla redazione del Quotidiano di Alghero dalla signora Giannella Cossi, che ha scelto da ben 26 anni di vivere in Piazza Santa Croce, il quartiere ebraico della città antica. Mette in luce le trasformazioni nel corso del tempo, sino alla recente scomparsa dello spazio pubblico a discapito di tavolini e divani. Il tutto senza uno studio, un ragionamento, un programma. Nasce cosi, sempre più, l'esigenza di una puntuale regolamentazione, imposta dai residenti ma richiesta dagli stessi titolari di pubbliche attività turistiche. "A proposito di turismo, sviluppo sostenibile e decibel: c’era una volta piazza Santa Croce....": è il titolo della lettera aperta di Giannella Cossi. Ecco il testo integrale.
Da oltre 26 anni la mia famiglia trascorre i mesi estivi nella nostra piccola casa nel centro storico di Alghero, alle spalle del vecchio Ospedale. Avevamo scelto questa zona per il suo fascino, benché allora fosse alquanto in degrado e il bastione dal vecchio Ospedale in poi fosse perennemente al buio e zona franca per tossici e quant’altro. Abbiamo stabilito rapporti con gli abitanti dei vicoli intorno, negli anni abbiamo visto crescere i bambini che giocavano in Piazza Santa Croce e avvicendarsi i piccoli, i giovani, gli anziani. Abbiamo visto le campagne di scavi archeologici, la pavimentazione del Bastione che consente belle passeggiate, la ristrutturazione del vecchio Ospedale in passato rifugio di senza tetto e tossicomani, e infine la pavimentazione della piazza, valorizzata con fioriere e panchine. Tutte le mattine, presto, una signora del vicolo veniva a innaffiare e ripulire la piazza, a titolo volontario, perché i bambini potessero giocare tranquillamente. Poi la sera le mamme, le nonne e gli uomini si sedevano a chiacchierare e prendere il fresco. Si organizzavano eventi culturali, presentazioni di libri, concerti con cori di varie polifoniche, canti popolari algheresi, talvolta feste e arrostite all'aperto Piazza Santa Croce era uno spazio pubblico, inserito in un contesto vivo, popolare, fruibile dagli abitanti dei vicoli, dagli algheresi e da tutti quelli che passavano attirati dalle manifestazioni culturali che vi si svolgevano. Ma su questo spazio qualcuno evidentemente aveva messo gli occhi: man mano sono sparite le fioriere, le panchine, una ad una, e infine…ecco: ben due bar chiusi di giorno e aperti di sera fino alle tre e alle quattro del mattino, ovviamente con musica, discutibile come qualità anche se non assordante ma con vibrazioni fastidiose, col vociare degli avventori che incrudelisce, amplificato da mezzanotte in poi nell’anfiteatro naturale della piazza, e, soprattutto…tavolini, poltroncine, ombrelloni che occupano militarmente l’intera piazza. I gestori sono gentili, e a richiesta spengono la radio dopo la una, ma nulla possono sul livello vocale dei clienti, ci dicono che devono lavorare e tutti capiamo che la stagione turistica può dare opportunità in termini di occupazione: ma, in un centro storico, sia pure durante la stagione turistica, si può consentire che i locali all'aperto chiudano alle tre o alle quattro del mattino, e che occupino interamente uno spazio pubblico? E chi disgraziatamente non appartiene più alla categoria dei giovani, le famiglie, chi deve alzarsi presto per lavorare, non hanno diritto al riposo notturno? Proprio tutte le piazze del centro storico debbono essere colonizzate in questa maniera? E il Comune è così “povero” da dover espellere gli stessi algheresi dal bastione e dalle piazze? E la “musica dal vivo” deve risuonare in tutta la baia? E' certo bello vedere la muraglia restaurata e movimentata, ma non si potrebbero lasciare spazi liberi per passare o per sedersi? A parte il disagio personale del poter dormire solo dopo le tre o quattro del mattino, io provo una grande tristezza quando vedo le madri e le nonne dei bambini sfrattate dai muretti e dalla piazza. Prima si sedevano in piazza Santa Croce a guardare i figli o i nipoti che giocavano, o sui muretti della muraglia, ora acquisiti da ristoranti. Qualcuna mi ha detto che è stata sparsa la polvere contro gli scarafaggi solo perchè non si potessero sedere sullo zoccolo di un palazzo, e ora le vedo sedute al buio, sui gradini che portano alla piazza, dove a sera le raggiungono i loro uomini, e il bello è che non si ribellano, non protestano. Evidentemente, sono cittadini i cui diritti sono stati sacrificati al nuovo Moloch del turismo insostenibile, e subiscono il ricatto della promessa di una qualche forma di lavoro stagionale per le loro famiglie, e per questo tacciono o sono arrabbiate ma rassegnate. Se è vero che il Comune ha attivato da alcuni anni delle iniziative di sviluppo sostenibile del territorio e di recupero del patrimonio storico-culturale, allora rinunciare alle particolarità culturali e sociali del centro storico e di una piazza come questa in nome di una monocultura male intesa del divertimento dei “giovani” mi sembra un grossolano errore di prospettiva, come già persone qualificate che si occupano della programmazione turistica di Alghero e del circostante territorio hanno avuto modo di esporre varie altre volte su giornali, o su siti internet. Spero che questa mia testimonianza venga presa in considerazione e nel frattempo ho firmato la petizione del Wwf perchè si possa giungere ad una seria programmazione nel rispetto delle esigenze delle varie tipologie di turisti, dei residenti, e di chi durante la stagione lavora o viene solo per riposare.
Nella foto: Piazza Santa Croce dai Bastioni di Alghero
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