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Red 15 ottobre 2012
Italia-Alghero: quando la musica è rumore
Proibizione della «Musica Passiva» come già si fa per il «Fumo Passivo». 50 cittadini di Alghero firmano un esposto alla Procura contro la deregulation dei decibel che ha tramortito la città per tutta l´estate. E raccontano: «Le nostre notti da incubo». Chiedono poco: regole e controlli, vigili e fonometri...
Italia-Alghero: quando la musica è rumore

ALGHERO - C'è un senso nella simultaneità con cui due articoli, sulla Repubblica nazionale e sulla Unione Sarda locale, affrontano l'emergenza decibel dal punto di vista delle vittime. E per entrambi si tratta del rumore subito da molti per l'intrattenimento di pochi. Un caso capovolto di prepotenza della minoranza, in cui la maggioranza è colpevole per la sua incapacità di reagire pretendendo il rispetto delle leggi che non hanno bisogno di essere interpretate tanto sono chiare, quanto invece di essere applicate. Ma la deroga alle regole, si tratti dell'Ilva o del centro storico è una malattia dell'intero paese. «Le nostre notti da incubo» è il titolo dell'inchiesta di Caterina Fiori per la pagina di Alghero dell'Unione dove racconta la storia dell'esposto alla Procura della Repubblica di Sassari firmato da 50 cittadini ancora tramortiti dopo un'estate infinita in cui la musica al massimo dei decibel ha impedito loro una normale vita privata e lavorativa, «per chiedere alle istituzioni norme certe e controlli severi nei bar che organizzano concerti all'aperto e karaoke».

Succede in Italia. Sulla Repubblica dello stesso sabato 13, sotto il titolo «La musica passiva fa male anche a te», ecco Nicola Piovani, il grande musicista autore di indimenticabili colonne sonore, Oscar per "La vita è bella" di Benigni, con prosa accorata raccontare il suo dramma personale: «La musica passiva è quella musica che non ho scelto io, ma che devo sentire per forza: o perché sto comprando l'insalata al supermercato, o perché sto mangiando in un ristorante à la page, perché sto facendo fisioterapia, o perché viaggio su un traxi di un tassista invadente, o perché faccio benzina al self service, o perchè sto sotto il trapano del dentista… e l'elenco potrebbe continuare». Piovani spera che vengano applicate le leggi europee che proibiscono l'inquinamento da rumore ( a Londra quest'estate hanno interrotto un concerto di Paul McCartney), nella speranza che veros la «Musica Passiva» ci sia la stessa riprovazione morale e la stessa interdizione legale che si è riusciti a imporre al Fumo Passivo».

Racconta Piovani, un musicista, certo non un nemico delle note: «Amo molto la poesia delle canzoni, e proprio per questo mi avvilisce il lavoro dei colleghi, artisti e tecnici, mortificato al ruolo di rumore di fondo. Qualche giorno fa un gioviale chef mi illustrava le meraviglie di un culatello in un ristorante gioiosamente chiassoso e, fra il tintinnare die brindisi e le vibrazioni dei celllulari suoi tavoli, sono stato distratto dalla voce del grande Leonard Cohen che cantava il suo magnifico Halleluja: «Ho sentito che c'era un accordo segreto - Che David suonò per compiacere il signore. Ma a te non interessa la musica, vero?” Raffaele Viviani a suo tempo scrisse una poesia contro la posteggia, iul canto dei suonatori ambulanti: è una poesia intitolata Facìteme magnà, nella quale si lamentava in versi perché il suono dei mandolini lo deconcentrava dalla meraviglia dei vermicelli a vongole».

Succede ad Alghero. Da Alghero racconta Irene Coghene, trent'anni, una ragazza che non disdegna musica e concerti: «I miei genitori esasperati per il caos hanno dovuto vendere la casa, mentre io sono tornata di recente a vivere nel centro storico e devo dire che non è per niente facile, per chi come me la mattina si deve alzare presto per andare a lavorare». Annalisa Solinas, casalinga, mette sotto accusa anche i concerti organizzati dal Comune in piazza Pino Piras: «Gli artisti iniziavano le prove dalle quattro del pomeriggio: ma mi domando: c'era bisogno di allenarsi con il volume al massimo?». Carmelo Langella, pensionato, una vita all'aeroporto militare, racconta che lui e i colleghi percepivano una speciale indennità per i danni dal rumore. Superati gli 80 decibel. Adesso ne deve subire di peggiori oltre i cento decibel e perdipiù gratis: «Inutile chiudere le finestre di notte, la musica fa tremare tutto il palazzo».

L'amministrazione ha promesso, rinviando a settembre, un tavolo di confronto sui concerti senza regole quando durante l'estate, la guerra dei decibel, dal Riservato di Las Tronas alle Bombarde, dal Ciau Ciau di piazza Sulis all'Imbarcadero di Porto Conte, dall'Ostello di Fertilia alla Stalla di Mugoni, ha toccato i livelli più esasperati. Ma niente, invece! Che cosa si aspetta: che le denunce affastellate alla Procura di Sassari costringano la magistratura a far rispettare la legge che l'amministrazione comunale non riesce a sanzionare? La soluzione ci sarebbe, secondo i cittadini autori dell'esposto: «Nessuno è contro la musica, ma chiediamo il rispetto delle regole. Nel centro storico il regolamento comunale prevede che si possa fare musica all'interno dei locali con strumenti a corda e a fiato fino a mezzanotte. La Polizia municipale, dovrebbe in estate garantire il servizio nell'arco delle 24 ore con il fonometro in macchina».

Nella foto: Nicola Piovani



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