S.A.
8 ottobre 2012
Ryanair: Monti tassa O´Leary
E´ al vaglio dei Consigli dei Ministri l´aumento fino al 37% delle aliquote alle low cost, equiparandole alle altre compagnie che operano in Italia. Un´operazione da 100 milioni di euro
ALGHERO - Nuovi guai per Ryanair (e non solo), la prima compagnia low-cost d'Europa. Stavolta le grane del patron Michael O'Leary da Bruxelles - dove la Commissione europea sta indagando sui presunti aiuti di stato - si spostano a Roma, dove è allo studio del Consiglio dei ministri l'aumento delle tasse per il vettore nel pacchetto del decreto sviluppo bis. In base a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il testo comprende una norma simile a quanto già in vigore in Francia: l'equiparazione della tassazione della low cost a quella di tutte le altre compagnie che operano in Italia.
Al momento, infatti, Ryanair e le altre pagano aliquote contributive al 12 per cento (solo in Italia, il resto delle tasse lo pagano nel proprio paese), secondo la normativa irlandese, anche per i dipendenti italiani stabilmente occupati nella Penisola. Per calcolare il risparmio del vettore, basta tenere presente che le normative tricolori prevedono un'aliquota del 37 per cento.
L'operazione avviata dal Governo dovrebbe fruttare circa 100 milioni di euro da destinare direttamente al fondo per gli investimenti statali alle sturt-up. La decisione del Governo Monti di adeguare le aliquote della low-cost, mette un ulteriore punto interrogativo a un modello di business che sembra ormai vicino a una rivoluzione. Se fino a pochi giorni fa sul banco degli imputati c'erano solo i finanziamenti degli aeroporti alle "no frills" (e in particolare proprio a Ryanair) ora potrebbe venire meno un altro dei motori di sviluppo del vettore: l'applicazione di condizioni di lavoro diverse da quelle previste in Italia. Ora manca solo la risposta di O'Leary.
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