Red
19 settembre 2012
Svolta Democratica: 6 referendum
Nel segno della più ampia partecipazione democratica gli iscritti al partito sceglieranno la linea politica su importanti temi: si va dalle alleanze al matrimonio gay. Ecco i testi
ALGHERO - Giovedì 20 settembre, dalle 19.45 alle 20.45, la sede del Partito Democratico in via Mazzini, 99 ad Alghero rimarrà aperta per illustrare i temi e raccogliere le firme per la presentazione di 6 quesiti referendari “interni” al Partito democratico che permettano a tutti gli elettori del Pd di esprimersi su tematiche politiche e di programma. Per poter firmare per i quesiti occorre essere in regola con il tesseramento al Partito democratico. Una volta che i quesiti saranno approvati gli stessi saranno sottoposti al voto di simpatizzanti ed iscritti che andranno a votare alle primarie per la scelta del Candidato Premier per le elezioni politiche del 2013, in modo da diventare parte integrante del programma di governo. Di seguito i testi dei Referendum.
1. Riforma fiscale
In Italia la pressione fiscale è più alta di quella di tutti i principali paesi europei, e a questo primato corrisponde una distribuzione del carico fiscale sfavorevole ai fattori di produzione e in particolare al lavoro. Il Partito Democratico deve impegnarsi a calare le tasse sui lavoratori e i ceti produttivi partendo da una riduzione dell’Irpef. Il finanziamento di questa riforma fiscale deve avvenire attraverso una riduzione della spesa pubblica e l’introduzione di una tassazione sui patrimoni finanziari delle famiglie più abbienti.
2. Reddito minimo
Ricondurre il diritto al welfare, nel senso proprio di benessere, tra i diritti fondamentali del cittadino, indipendentemente dalla sua condizione lavorativa, è un passaggio fondamentale per l’evoluzione della società italiana verso gli standard europei. Bisogna ripensare la struttura degli ammortizzatori sociali, per trasformarli in strumenti di inclusione sociale delle categorie che oggi ne sono ancora esclusi, in particolare i giovani e le donne.
3. Incandidabilità
Il sospetto sull’integrità e l’onestà di chi governa, ad ogni livello, la cosa pubblica mina alla radice l’efficacia di ogni politica di contrasto all’illegalità, e spesso – a monte – ne inibisce anche semplicemente l’adozione. Per ripristinare quella che riteniamo la precondizione per una seria azione di legislazione e di governo contro ogni forma di illegalità è imprescindibile vietare la candidatura e introdurre l’immediata decadenza da funzioni di rappresentanza e governo di tutti i condannati anche con sentenza non definitiva per gravi delitti non colposi.
4. Consumo di suolo
Il suolo libero, agricolo o coperto da vegetazione è una risorsa limitata e non rinnovabile del Paese e dei suoi cittadini. Con esso si produce cibo, si controlla il ciclo delle acque evitando disastri, si cattura anidride carbonica contribuendo a non peggiorare i cambiamenti climatici, si sostiene la biodiversità. Per questo, chiediamo che il Partito Democratico promuova una legge che tuteli gli spazi non urbanizzati, introduca il monitoraggio degli usi del suolo, incentivi il recupero degli immobili non utilizzati o sottoutilizzati e cancelli la legge che consente l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti dei comuni.
5. Matrimonio gay
Un referendum sul matrimonio per ricordare che il matrimonio civile è un istituto a cui ogni cittadino deve poter accedere - se vuole - e quindi sentirsi uguale a tutti gli altri cittadini, avere accesso al diritto alla felicità e contribuire a rendere il Paese un luogo migliore, perché un Paese dove i diritti sono accessibili è un Paese migliore per tutti.
6. Alleanze
Alle prossime elezioni politiche il Partito Democratico dovrà essere il perno di un patto tra le forze progressiste e democratiche del Paese, a partire da quelle con cui già amministra in molti territori, accogliendo al suo interno il contributo della società civile. Uno schema aperto, che rifiuta le logiche politiciste e che non cerchi sponde - incomprensibili per i nostri elettori - in quelle forze politiche che non solo hanno lungamente condiviso la stagione del berlusconismo, ma che con il suo partito ancora oggi governano comuni, provincie e regioni.
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