Red
13 agosto 2012
Movida e rumore: il problema è globale
Il mancato rispetto di leggi e ordinanze getta nel caos l´ordine pubblico. E´ un problema di controllo, ma anche di chiarezza e decisione da parte delle pubbliche amministrazioni. Tutti hanno diritto al divertimento, ma anche al riposo dice Enrico Daga che rilancia subito un piano del rumore
ALGHERO - Decibel e rumore. Continua ad essere uno degli argomenti cult delle notti estive algheresi (non da oggi), ma di soluzioni, per ora, nemmeno l'ombra. Diventa sempre più difficile, infatti, conciliare le pretese di chi la notte (giustamente) dorme, con quelle di chi cerca (giustamente) divertimento. In mezzo una gran varietà di piccoli o piccolissimi imprenditori-titolari di attività che dalla notte cercano di arrotondare incassi sempre più assottigliati. Capita così che semplici bar diurni si trasformino in mini discoteche o pseudo-balere, ovviamente a cielo aperto, poco importa se incastonati in luoghi ad altissima concentrazione abitativa.
Eppure il problema del rispetto di orari e ordinanze non è esclusivo della Riviera del Corallo: ecco come titolava qualche giorno fa a Cagliari il quotidiano più popolare del sud dell'Isola, l'Unione Sarda (nella foto). Perché il problema, probabilmente, sta proprio nel mancato controllo e nell'assenza di politiche mirate a favorire ed assicurare il divertimento (siano essi concerti, disco-bar, feste o quant'altro). Così capita che tutti - ma proprio tutti ed in qualsiasi parte della città - attacchino un amplificatore e sparino decibel di dubbia qualità (si perchè c'è anche un problema di luoghi dove poter proporre generi differenti ndr). Così non può proprio andare, nonostante si tenti di far finta di niente ed aspettare che trascorra agosto.
Enrico Daga. «Mentre questa città si divide come in ogni agosto tra chi pensa che fare turismo sia essenzialmente fornire un luogo dove fare casino tutta la notte e chi vuole il silenzio dopo le 22, molte destinazioni turistiche che fino a pochi anni fa ci osservavano con rispetto e deferenza, oggi sono diventate dei veri e propri modelli, distanti da noi anni luce. Mentre noi perdiamo, in un lento e inesorabile declino quote di mercato, gli altri innovano, rilanciano, crescono». Per il consigliere comunale e assessore provinciale è giunta l'ora di innovare, organizzare e programmare, garantendo a chi si vuole divertire e pretende di ascoltare musica, di farlo liberamente: piani del rumore e fasce di rispetto attraverso una "zonizzazione" che tenga conto della vocazione dei luoghi e degli ospiti. «Quello che noi viviamo, invece, è un gran casino».
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