Giovanni Agostino Frassetto
26 luglio 2012
L'opinione di Giovanni Agostino Frassetto
Il rumore un "male" necessario
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Essendo un musicista mi sento parte (anche se indirettamente) della categoria incriminata. Mi permetto di fare alcuni appunti pacati. Nei limiti del possibile, sul lavoro, ho sempre cercato di ridurre al minimo il disagio di tutti coloro che vivono in prossimità di luoghi in cui si suoni della musica dal vivo e non metto in discussione che eventuali rilevamenti effettuati in città rivelerebbero una soglia molto superiore ai limiti imposti. Il punto è che esistono una quantità di emissioni sonore di gran lunga superiori alla norma che non hanno nulla a che fare con la musica. Io vivo ormai da una decina di anni circondato da cantieri in continua attività (che non svolgono una funzione, diciamo, propriamente ecologica) che producono una quantità di rumore davvero al limite della sopportazione.
A questo punto le chiedo: qual è la giustificazione che rende questi rumori (decisamente fuorilegge) tollerabili? Il denaro, direbbe, il lavoro, direbbe, il turismo, potrebbe dire in certi casi. Quale di queste cose non ha a che fare con la musica? Se ci limitiamo al dato oggettivo, non credo che un concerto rock le tolga il sonno più di un motopicco sotto la sua finestra - e non in una spiaggia a chilometri dal centro abitato. Se così non fosse potremmo organizzare un esibizione di musica concreta e bombardare per due ore i villeggianti delle Bombarde (mi scuso per il gioco di parole) con rumori industriali. Dormirebbero sonni tranquilli, trovando i suoni familiari? Il malinteso, a mio avviso, sta nel fatto che alcuni suoni fortemente disturbanti vengono valutati "un male necessario", la musica nemmeno questo...
Indubbiamente un numero nemmeno tanto rilevante, rispetto al totale dei turisti che visitano questa splendida cittadina, subisce dei disagi per alcune ore notturne della settimana, ma questo avviene, come dicevo poc'anzi, continuamente a causa di altre fonti sonore. Il fatto che ci siano dei luoghi in cui si produce dell'arte (non sto a sindacare sul livello o sul genere, io stesso vado di rado a sentire un rapper o un concerto di metal, tuttavia ritengo che chi ama queste musiche abbia il diritto di goderne) mi pare un motivo più che sufficiente per concedere una deroga alle norme per poche ore la settimana. E' vero anche che alcuni turisti potrebbero non tornare a visitarci (ma dove andrebbero? a Ibiza? a Rimini?). E' vero pure che un concerto, per dirne una, di Vasco Rossi potrebbe portare in poche ore svariate decine di migliaia di persone in città, con l'indotto che si può facilmente immaginare. Dal punto di vista tecnico le dico che oggettivamente un concerto con amplificazione difficilmente potrà rimanere nei limiti stabiliti, perché perderebbe di efficacia.
Credo che una possibile soluzione si trovi a metà strada: di recente ho suonato nei pressi un locale algherese e prima di suonare ho avuto modo di parlare con gli abitanti delle case più vicine; ho chiesto loro scusa per l'eventuale "rumore", ho chiesto loro di avere un po' di pazienza e li ho rassicurati sul rispetto dell'orario stabilito. Risultato: abbiamo suonato più piano del solito, ma dubito proprio al di sotto dei 45 dB (che oggettivamente sono una soglia parecchio bassa, penso che un rilevatore posto in una qualsiasi via del centro nelle ore serali ottenga dei valori nettamente superiori), lo confesso, tuttavia nessuno si è lamentato o ha chiamato le forze dell'ordine. Vista la sua sensibilità nei confronti della natura presumo che ne abbia altrettanta nei confronti dell'arte e dell'entusiasmo dei giovani musicisti e della loro audience, quale che sia il genere musicale. Confido nel suo contributo per trovare una soluzione che possa essere un valido compromesso tra i due attuali "schieramenti".
*musicista
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