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Adn 19 luglio 2012
Pressione fiscale al 55%: record mondiale
Si tratta del dato più elevato della storia recente. Il sommerso vale il 17,5% del Pil e l´imposta evasa ammonta a circa 154 miliardi di euro
Pressione fiscale al 55%: record mondiale

ROMA - In Italia la pressione fiscale effettiva o legale, cioè quella che grava sui contribuenti in regola, è del 55% Lo indica l'Ufficio studi di Confcommercio nella ricerca 'Sulle determinanti dell'economia sommersa', precisando che si tratta non solo del dato più elevato della nostra storia economica recente, ma costituisce il record mondiale assoluto, davanti a Danimarca (48,6%), Francia (48,2%) e Svezia (48%). Per quanto riguarda la pressione fiscale apparente, (ovvero quella che si ottiene dividendo gettito e Pil) la classifica internazionale ci posiziona al quinto posto tra i 35 Paesi Ocse: con il suo 45,2% il nostro Paese è dietro a Danimarca (47,4%), Francia (46,3%), Svezia e Belgio (entrambi 45,8%).

Italia al top anche per il sommerso economico che ammonta al 17,5% del Pil con imposte evase per 154 miliardi di euro, anche se con leggera tendenza al calo, visto che nel 1998 era addirittura a un 20% tondo. Per il 2008, sottolinea Confcommercio,"l'Italia presenta un tasso di sommerso più che doppio rispetto al Regno Unito (8,1%), tra cinque e sei volte quello francese (3,9%), otto volte il tasso di sommerso stimato per il Canada". Osservando i dati degli anni passati, solo per Messico e Spagna si hanno tassi di economia sommersa in doppia cifra ma comunque inferiori di circa un terzo rispetto ai valori dell'Italia.

L'Italia è invece in ultima posizione per quanto concerne le infrastrutture e i tempi di pagamento della P.A e agli ultimissimi posti nelle classifiche dell'efficienza del quadro giuridico, del numero di giorni necessari per ottenere una sentenza definitiva in materia contrattuale, del numero di procedure giudiziarie per far rispettare un contratto, delle istituzioni e del tempo per gli adempimenti fiscali. Secondo l'indagine di Confcommercio «ci sono quattro grandi fattori che possono essere rapportati a record del 55%», afferma il direttore dell'Ufficio studi Confcommercio Mariano Bella. La prima determinante «è una pretesa fiscale troppo alta determinata da un sistema di spend and tax», ovvero un sistema economico che prima decide la spesa e poi fissa le tasse.

Il secondo fattore, che determinerebbe l'aumento del tasso di evasione, «è il valore della sanzione rapportato alla scarsa efficienza generale del sistema giudiziario, quindi la bassa probabilità di essere "pizzicati" ad evadere». La terza determinante è «il rapporto diretto tra senso civico e la percezione di un output pubblico: nel momento in cui i servizi pubblici sono considerati non soddisfacenti rispetto alla richiesta fiscale si tenderebbe ad evadere». L'ultimo punto che, secondo Confcommercio, occorrerebbe considerare per limitare la percentuale di sommerso economico è «la facilità dell'adempimento delle obbligazioni fiscali: quanto è più semplice pagare le tasse tanto minore sarà la propensione a non farlo».
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