Red
13 luglio 2012
«A Rondine per seminare la pace»
È nelle parole di Rita il senso dell’esperienza che quattordici giovani neolaureati sardi hanno appena compiuto nella Cittadella della Pace. Presente anche l´assessore algherese Enrico Daga
SASSARI - «Rondine deve continuare a ramificare, superando il mare e le barriere culturali, abbracciando tutti i mondi col fine di crearne uno: la terra». È nelle parole di Rita il senso dell’esperienza che quattordici giovani neolaureati sardi hanno appena compiuto nella Cittadella della Pace, il borgo medievale in Provincia di Arezzo che l’omonima associazione no profit ha eletto a sede dello studentato internazionale, che accoglie ogni anno giovani provenienti dai territori in conflitto.
Rita, sassarese, 27 anni, laurea in Scienze della comunicazione, ha sposato la causa della Provincia di Sassari: fare del Nord Ovest Sardegna il ponte tra l’Occidente e la sponda sud del Mediterraneo, aiutando quest’area a costruire una nuova classe dirigente, aperta al dialogo e capace di promuovere cambiamenti concreti secondo il disegno di Rondine, che la Provincia di Sassari ha fatto proprio. Dal 2 al 9 luglio scorsi Rita e altri 13 sardi “ambasciatori di pace”, selezionati da Rondine attraverso il bando della Provincia, hanno partecipato al campus con i giovani protagonisti della «Primavera araba», gli autori della “Twitter devolution” che ha riscritto il presente di Tunisia, Egitto e Libia.
Hanno riscritto il presente e si preparano per il futuro attraverso “Sponda sud”, progetto che vede la Provincia di Sassari tra gli alleati di Rondine nella costruzione di «un cantiere per i leader del Maghreb di domani», per utilizzare l’efficace immagine utilizzata nel corso del Simposio internazionale cui hanno partecipato il ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, il presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, e gli ambasciatori di Egitto e Tunisia.
C’era anche l’assessore provinciale delle Politiche di cooperazione, Enrico Daga. «Vogliamo coinvolgere i nostri giovani nel processo avviato con Rondine – ha detto Daga – per offrire loro competenze culturali e imprenditoriali nell’ambito della cooperazione internazionale, contribuendo ad assegnare alla Sardegna un ruolo centrale nei rapporti tra Europa e Sud del Mediterraneo». Da qui la scelta di favorire il confronto tra i giovani sardi e i protagonisti della “Primavera araba”. «Abbiamo scelto Rondine come laboratorio per i nostri giovani che desiderino investire nella cooperazione e nel dialogo tra culture diverse - ha concluso Daga – traendo spunto dal metodo dello studentato internazionale, incentrato su intercultura e dialogo».
«Collaboriamo con Rondine per fare del Nord Ovest Sardegna la “Terra dell’Amicizia”, insegnando ai giovani che la pace non solo è possibile, ma è sempre la soluzione migliore ai problemi», dice il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici. «Per i nostri ragazzi l’esperienza toscana è fondamentale», è la sua convinzione. «Giovani con forti motivazioni e grande sensibilità verso certi temi – spiega – hanno maturato la propria consapevolezza culturale e hanno visto giovani provenienti da realtà diverse, arrivati qui come “nemici”, convivere e realizzare insieme un progetto per il futuro dei loro Paesi».
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