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S.A. 12 luglio 2012
«Per disperazione chiudo il Tam Tam»
Il titolare Franco Fumagalli minaccia la serrata per protesta contro i concerti alle Bombarde. Ancora polemiche dopo la denuncia di Wwf
«Per disperazione chiudo il <i>Tam Tam</i>»

ALGHERO - «L’uso improprio delle Bombarde come una discoteca a cielo aperto, esposta al degrado ambientale, e anche igienico e persino sociale, finirà per distruggere il mito di uno dei posti più belli della Riviera del Corallo»: la denuncia viene da Franco Fumagalli che di quel mito, nel bene e nel male, fa parte da quasi 50 anni, cioè da quando nel 1962 aprì il famoso Tam Tam. «Soprattutto» aggiunge Fumagalli, «perché ci troviamo in un’area protetta, compresa nel Parco naturale di Porto Conte. Non è consentito dalla legge, e tantomeno può essere consentito da nessun permesso comunale, occupare un sito con centinaia di persone per tenere un concerto senza che vi sia il minimo necessario di attrezzature igieniche, con evidenti problemi di sicurezza e riflessi sull’ordine pubblico; per non parlare dell’implicito rischio di incendio della pineta che da Fertilia arriva fino al Lazzaretto. Non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe succedere: un disastro ambientale».

Fumagalli si riferisce alla improvvisa ripresa dei concerti «Bombarde Live Beach» che già lo scorso ann hanno provocato esposti denunce e lamentele dai residenti e dagli imprenditori turistici della zona. Il patron del Tam Tam, il cui carattere fumantino è noto e conosciuto dall’intera comunità algherese, questa volta sembra colpito davvero nel profondo della sua personalità. «Per non parlare delle conseguenze fisiche e spirituali che ne conseguono. I danni per la salute provocati dall’inquinamento acustico sono certificati da studi scientifici e sanzionati da leggi nazionali. Anche l’Europa ha legiferato contro l’inquinamento da rumore. Per le attività legate al servizio balneare, le condizioni in cui versa l’intero sito delle bombarde, documentate da un’ispezione della Guardia forestale, ripetutamente denunciate a polizia e carabinieri, rappresentano non solo un vero e proprio danno economico e commerciale ma anche lo sperpero di uno dei beni turistici più pregiati di Alghero, e perciò da proteggere invece che distruggere. Per non parlare dell’umiliazione morale di dover ripulire alla mattina le lordure lasciate durante la notte. A nostre spese. Non ci sono parole, ma solo parolacce, per raccontare cosa succede: di tutto!»

Fumagalli si infervora e racconta con la forza di un torrente in piena: «Sospetto che i permessi per questi «rave party» siano del tutto impropri, qualora vi fossero. Purtroppo le parole sembrano aver perso ogni senso comune. E chi si riempie la bocca di legalità durante tutto l’inverno, d’estate è il primo a calpestare per il proprio interesse i diritti di tutti». È proprio il suo interesse di imprenditore che Fumagalli vede messo in pericolo: «Il mio è un appello sconsolato: al nuovo sindaco di Alghero, al Prefetto di Sassari, alle autorità di polizia ai carabinieri e alla capiteniria di porto per i danni al demanio. Se ancora non fossi ascoltato, non mi rimarrà altra strada che chiudere. Una serrata, sì, per ragioni economiche, di salute, di dignità. Perché il Tam Tam è un nome simbolo. Fa parte della storia turistica di Alghero».



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