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P.P. 4 aprile 2012
Artigianato Alimentare regge la crisi
Secondo il parere di Confartigianato Sardegna. «Questo settore è lo zoccolo duro dell’artigianato ma occorre investire e crederci ancora di più»
Artigianato Alimentare regge la crisi

CAGLIARI – In Sardegna nel 2011, le imprese che hanno affrontato meglio la crisi sono quelle del comparto alimentare. L’artigianato alimentare con la produzione di pane e dolci regge bene e secondo il parere di Confartigianato Sardegna «Questo settore è lo zoccolo duro dell’artigianato ma occorre investire e crederci ancora di più». I dati Union Camere-Infocamere, elaborati dall’Ufficio Studi Confartigianato, che hanno messo a confronto le imprese del 2011 con quelle dell’anno prima, confermano che pasticcerie e panifici, pastifici, laboratori per la lavorazione e conservazione di pesce, frutta, ortaggi e prodotti lattiero-caseari, distillerie e produzione di oli e grassi vegetali, in Sardegna nel 2010 erano 3.744 mentre nel 2011 sono aumentati dello 0,1%, arrivando così a 3.747.

Nel 2008, ultimi dati ISTAT disponibili, segnalavano quasi 10mila addetti impiegati nel settore alimentare artigiano della nostra regione. A livello provinciale, tra il 2011 e il 2010, la provincia di Cagliari perde 17 imprese (-1,1%), passando da 1.502 a 1.485 così come quella di Oristano che perde 9 imprese e passa da 316 a 307 (-2,8%); Sassari cresce di 19 imprese (+1,6%, da 1163 a 1.182) così come Nuoro di 10 aziende (+1,3%, da 763 a 773). Le pasticcerie e i panifici artigiani in Sardegna, tra il 2010 e il 2011, sono cresciuti dello 0,6%, passando da 1.459 a 1.468. In provincia di Sassari queste attività sono cresciute del 3,2% (da 406 a 419), stessa percentuale a Nuoro (+3,2%) che è passata da 347 a 358. A sorpresa nella nostra isola crescono anche i produttori artigiani di cacao e cioccolato; queste imprese passano da 29 a 30.

«La strutturazione ottimale delle imprese, la ramificazione e radicazione nei territori, unita alla qualità dei prodotti – dichiarano dall’associazione artigiana - dimostrano che queste aziende hanno saputo, e potranno farlo anche in futuro, assorbire al meglio le scosse di una crisi di un mercato che, in questi mesi è più che mai disorientato - e concludono – ma occorrono maggiori opportunità di crescita e di confronto con i mercati esteri». L’export del “food made in Sardegna” nel primo semestre 2011 segnalava un export totale di oltre 52milioni di euro, con un variazione tra 2010 e 2011 del +17,2%.
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