Monica Caggiari
10 aprile 2005
Ampia adesione al convegno “La Fecondazione assistita: superare l’infertilità”
Il convegno, introdotto da Marisa Ottenga, presidente della Fidapa–Alghero, è stato sviluppato attorno alle relazioni del prof. Salvatore Dessole, direttore della Clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Sassari e del magistrato dott.sa Antonella Di Florio
ALGHERO - La cittadinanza, invitata a partecipare al Convegno “La Fecondazione assistita: superare l’infertilità”, organizzato dalla sezione algherese della Fidapa e dalle Commissioni igiene–Sanità e Legislazione del Comune di Alghero, ha dimostrato come in questi mesi sia cresciuto l’interesse che ruota attorno alla questione. A breve, il 12 e 13 giugno, gli italiani saranno, infatti, chiamati a dare il loro parere sul delicato argomento attraverso un referendum abrogativo e, vista l’ampia adesione al convegno, svoltosi sabato scorso nella Sala Convegni del Chiostro di San Francesco, appare plausibile e più che mai indispensabile che, questa volta, la nazione superi la reticenza nei confronti degli appuntamenti referendari. Solamente il raggiungimento del cosiddetto quorum permetterà, infatti, ai cittadini di partecipare attivamente all’abrogazione o accettazione definitiva della controversa legge 40/2004.
Il convegno, introdotto da Marisa Ottenga, presidente della Fidapa–Alghero, è stato sviluppato attorno alle relazioni del prof. Salvatore Dessole, direttore della Clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Sassari e del magistrato dott.sa Antonella Di Florio. Il primario della clinica sassarese ha illustrato con estrema chiarezza la parte scientifica, spiegando alla platea, composta da molte donne e coppie, il concetto di fertilità, infertilità e sterilità, per poi approfondire le tecniche di riproduzione assistita, in particolare la Fivet (fecondazione in vitro e trasferimento dell’embrione), sulla quale si sono concentrate alcune valutazioni in merito alla nuova legge. Il medico ha quindi sottolineato che, con l’introduzione delle nuove norme, le statistiche dimostrerebbero già una riduzione dei successi nell’ambito della fecondazione assistita. Quindi ha concluso presentando alcune segnalazioni di forte dissenso da parte del mondo scientifico, scegliendo quelle di Margherita Hack e di Rita Levi Montalcini. L’intermezzo tra le due relazioni è stato affidato ai saluti da parte dell’amministrazione comunale, rappresentata dal vicesindaco Giancarlo Piras, il quale ha sottolineato la sua disapprovazione per una legge che non pone l’Italia sullo stesso piano degli altri paesi europei e nella quale l’esponente di Forza Italia, dichiarandosi liberale e aperto all’innovazione, non si riconosce.
Ad Antonella Di Florio è stata riservata la parte puramente legislativa, che il magistrato ha illustrato minuziosamente, ravvisando in particolar modo in alcuni articoli una serie di provvedimenti incongruenti. La legge, necessaria per un vuoto legislativo, è stata tuttavia costruita facendo riferimento alle norme costituzionali, in un clima di commistione tra norma giuridica ed etica e morale comune, che secondo l’esperta non dovrebbero invece essere così profondamente egemoniche nel legiferare.
Il dibattito che ha fatto seguito all’analisi dei due esperti ha coinvolto numerosi esponenti politici, tra cui l’on. Francesco Carboni, il quale ha sottolineato che la norma era già stata predisposta durante la precedente legislatura di centro–sinistra, confermando che alcuni cavilli burocratici e la “necessaria precauzione” in materia non avevano fatto concludere l’iter legislativo. Molti gli interventi della platea, che in quest’occasione ha dimostrato l’esigenza di partecipazione attiva, che il 12 e 13 giugno dovrà essere confermata attraverso una consistente partecipazione al voto referendario su una questione che non riguarda solo le donne, o solo le coppie o solo i malati gravi, ma l’intera società civile italiana.
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