Franco Siddi: L’opera di Giovanni Lilliu è perciò una preziosa ricchezza anche per il giornalismo italiano, nel quale ha portato la profondità della cultura unita alla semplicità e onestà di un uomo di forti radici
ALGHERO - E’ morto domenica mattina a Cagliari
Giovanni Lilliu, archeologo, professore, scopritore di su Nuraxi di Barumini, dichiarato nel 2000 patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Nel 1955 ha fondato e diretto per venti anni la "Scuola di specializzazione di Studi Sardi" dell'Università di Cagliari ricoprendo anche il ruolo di Professore ordinario di Antichità sarde. Successivamente è stato Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia presso la stessa Università,è stato membro di numerosi istituti scientifici italiani e stranieri e dal 1990 Accademico dell'Accademia dei lincei.
«Lilliu ha reso al mondo il senso di una storia d’identità millenaria. La grandezza della sua opera è in quegli scavi e nell’immensa produzione di documenti, scritti, saggi che ne fanno uno dei padri di patria sarda d’oggi, un vero federalista d’Italia e d’Europa del Novecento, segnatamente degli ultimi ottanta anni», ha dichiarato Franco Siddi, segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Oltre che accademico di un certo prestigio, il professor Lilliu è stato un pubblicista naturale, alimentando su più testate, pagine di storia, di cultura e il dibattito delle idee. «L’opera di Giovanni Lilliu è perciò un preziosa ricchezza anche per il giornalismo italiano, nel quale ha portato la profondità della cultura unita alla semplicità e onestà di un uomo di forti radici (l’identità sarda e del mondo rurale) capace di considerare l’energia dell’autonomia della sua Regione nei processi di integrazione e contaminazione fra culture (significative le sue collaborazioni con personaggi di altra estrazione come Zevi e Norberto Bobbio)», conclude Franco Siddi.
«Prof Giovanni Lilliu fino agli ultimi mesi di vita è stato vicino al movimento sindacale. Considerava, infatti, le lotte dei lavoratori straordinario veicolo per l’affermazione dello spirito autonomistico del popolo sardo che il professore reputava autentico patrimonio genetico della nostra cultura», dichiara Mario Medde, segretario generale Cisl Sardegna, chee aggiunge: «ci mancherà la sua figura di sardo sempre innamorato della sua regione e di fedele interprete e difensore dell’identità del nostro popolo».
E’ scomparsa una illustre figura del Novecento, ma è rimasta la sua opera e il suo pensiero che resteranno immortali. Lilliu ha vissuto pienamente una vita, dedita allo studio e alla divulgazione. Per spiegare una civiltà antichissima, quale quella dei nuraghi, vissuta 1500anni prima di Cristo, il professore la descriveva così “Una cultura che rifiutava la linearità , l'angolo retto, al contrario impulsiva, piena di dubbi, che ubbidisce alle improvvisazioni barbariche. Tutto è circolare, come la torre del nuraghe, la capanna, il recinto degli animali, su pinnetu, tundu anche il ballo, tundu puru su pensamentu”.
Nella foto: Franco Siddi, segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana