SASSARI - Martedì 29 novembre, alle ore 11.30, presso il Teatro Ferroviario in Corso Vico, 14 a Sassari, nell’ambito del progetto Lo spettacolo nella scuola - 2° edizione anno 2011 - organizzato dalla Compagnia Teatro La Botte e il Cilindro e dall’Amministrazione Provinciale - Assessorato Pubblica Istruzione in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale e la Consulta degli Studenti, il gruppo cabarettistico sassarese Pino e gli Anticorpi incontrerà un gruppo di studenti delle Scuole Superiori.

L’incontro con i comici sassaresi è il secondo di una serie che coinvolge alcune personalità sarde della cultura e dello spettacolo che operano oramai in tutto il territorio nazionale e sarà condotto dal regista Pier Paolo Conconi. Sarà l’occasione per conoscere e discutere del percorso formativo ed artistico del gruppo, del loro rapporto con la città di Sassari, città in cui hanno fatto il loro esordio nel lontano 1994, e del loro rapporto con il movimento culturale della Sardegna in tutti questi anni di attività. Interverrà l’Assessore Provinciale Rosario Musmeci.

Pino e gli Anticorpi sono un trio comico composto da Roberto Fara e i fratelli Michele e Stefano Manca, tutti e tre nati a Sassari. Il trio iniziò a esibirsi nel 1994 e dopo una lunga gavetta con spettacoli in teatri, locali e piazze sarde con qualche apparizione nelle tv locali, nel 2001 riuscirono ad ottenere un'occasione a livello nazionale. Michele infatti partecipò a sette puntate di Scherzi a parte e fu poi raggiunto dagli altri due membri del gruppo. Dal 2004 al 2009 hanno fatto parte del cast di Colorado Cafè, dove interpretavano tra le altre cose un surreale teatrino di "marionette umane", ottenendo un buon successo di pubblico. Nel 2011 tornano a far parte del cast di Colorado Cafè.

Tali incontri, dedicati agli studenti e agli insegnanti delle Scuole Superiori, nascono con l’obiettivo di far conoscere le migliori esperienze culturali del nostro territorio e le problematiche che si pongono nel processo di valorizzazione della Cultura in Sardegna, fra problemi di identità, di lingua e di salvaguardia della tradizione e delle memorie più a rischio, e la necessità di confrontarsi con la novità di un mondo che ha quasi azzerato le distanze e si propone con nuovi modelli di comunicazione e di vita.