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A.B. 25 novembre 2011
Artigiani: in Sardegna i ritardi costano 100mln
Quest’anno, la media per saldare le fatture è di 116 giorni, mentre nel comparto della sanità si arriva a 308 giorni. E’ quanto emerge dall’analisi di Confartigianato Imprese Sardegna sul dossier elaborato dall’Ufficio Studi nazionale dell’Associazione sui dati dell’ottobre 2011 di UnionCamere, Banca D’Italia, Osservatorio Ispo-Confartigianato
Artigiani: in Sardegna i ritardi costano 100mln

CAGLIARI - Ammontano a 100milioni di euro i maggiori oneri che, alla fine di ottobre di quest’anno, sono stati generati in Sardegna dai ritardi nei pagamenti verso le imprese artigiane. Somma da ripartire tra privati, Pubbliche Amministrazioni ed altre imprese, per interessi bancari e gravami finanziari. E’ quanto emerge dall’analisi di “Confartigianato Imprese Sardegna” sul dossier elaborato dall’Ufficio Studi nazionale dell’Associazione sui dati dell’ottobre 2011 di “UnionCamere”, Banca D’Italia, “Osservatorio Ispo-Confartigianato”. Nel settore artigiano della Sardegna, prima di veder saldate le loro fatture, le imprese attendono mediamente 116 giorni, con un incremento di 44 giorni rispetto all’ottobre 2010. A livello provinciale, mediamente le più virtuose sono Carbonia-Iglesias, Cagliari e l’Ogliastra, con “soli” 114 giorni (quasi 4 mesi), mentre la più lenta è Oristano con 121 giorni. In mezzo, il Medio Campidano con 115, Sassari 116, Nuoro 118 ed Olbia-Tempio 119.

«Bisogna ricordare che il tetto che l’Europa ha imposto per i pagamenti è di 30 giorni, e di 60 in alcuni particolari casi – afferma il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna Filippo Spanu - Questi ritardi, ormai conclamati, incidono in maniera pesante su una situazione finanziaria degli imprenditori che non riescono a farsi saldare le fatture ma che, di converso, devono adempiere tempestivamente agli oneri fiscali e previdenziali pretesi tramite “Equitalia”. Succede così che gli artigiani non ricevono in tempo i compensi e di conseguenza non possono saldare le fatture, e chiudere le partite aperte. Dopodiché vedono ridotto al lumicino il credito da parte delle banche e, come un colpo mortale finale, inesorabilmente arrivano le cartelle dell’Agenzia delle Entrate e dell’Ente di Riscossone che entro 60 giorni devono essere onorate».

Il settore che ha registrato nell’ultimo anno il maggiore incremento nei tempi di pagamento è quello delle costruzioni; tale crescita rende il comparto quello in cui le imprese devono attendere più tempo per riscuotere i crediti. Infatti, a livello regionale, i maggiori costi si generano proprio nel settore edile (41,3milioni di euro), seguito dai servizi (38,9milioni) e dal manifatturiero (19,8milioni). Il maggiore onere per tali ritardi, non viene sostenuto tutto dalle imprese che subiscono il ritardo del pagamento ma viene in parte scaricato, con una intensità che è direttamente proporzionale al potere contrattuale dell'impresa, sulle imprese fornitrici, con un “effetto domino” su tutta la filiera. L’impatto sui territori di questi costi derivati dai ritardi è pesante: oltre 29milioni si abbattono sulla provincia di Cagliari, 19 su Sassari, 13 a Olbia-Tempio, più di 10 a Nuoro e Oristano, 6 a Carbonia-Iglesias e nel Medio Campidano e solo 4 in Ogliastra. Per le aziende artigiane, tutto questo, genererà un maggiore ricorso al credito bancario, necessario ed indispensabile a compensare la diminuzione della liquidità disponibile determinata dall'incremento dei ritardi.

Molto peggio va per le imprese della Sardegna che lavorano con la sanità. Infatti le fatture di queste aziende vengono saldate, mediamente, in 308 giorni, ovvero ci vogliono più di 10 mesi per vedersi accreditato quanto dovuto. Dal 2007, i tempi di pagamento hanno oscillato dai 307 giorni, scendendo a 250 nel 2008, per risalire a 260 giorni nel 2009, arrivando ai 308 del 2010. A livello nazionale, la media è di 269 giorni, dove la regione più “veloce” a saldare i debiti è il Friuli, con 87 giorni, seguito dal Trentino con 96, mentre il territorio più lento è la Calabria con 793 giorni. Secondo il segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna la soluzione indispensabile è quella di «applicare sia il nuovo “Statuto delle Imprese”, sia la Direttiva Europea a contrasto dei ritardati pagamenti; ciò significherebbe ridare ossigeno alle imprese che, specificamente nell’artigianato, sono al collasso e hanno bisogno di iniziative che rilancino il sistema e sostengano lo sviluppo economico e la crescita».

Confartigianato Imprese Sardegna, ancora una volta, ricordando che il futuro delle aziende sarde si fonda anche nel rispetto delle tempistiche di pagamento, invita gli Assessorati alla Programmazione e Bilancio ed ai Lavori Pubblici, a farsi portavoce verso il Governo Nazionale affinché «assuma un atteggiamento di responsabilità mantenendo nel disegno di legge comunitaria 2011 la direttiva sui ritardati pagamenti, che del resto esclude dal campo di applicazione i contratti pregressi, ma assicurerebbe per il futuro alle imprese pagamenti nei tempi stabiliti. Fare il contrario significherebbe mettere le imprese in ulteriore difficoltà in un momento tra i più critici attraversati dal nostro Paese», conclude Spanu.
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