Red
21 novembre 2011
Offese Facebook, denunce in aumento
Non tutto ciò che si pensa si può dire, perché si rischia davvero grosso. Inutile perfino nascondersi sotto pseudonimi e soprannomi di fantasia, si è facilmente rintracciabili da qualsiasi postazione
ALGHERO - In vertiginoso aumento le cause per diffamazione e offese via internet. Non tutto ciò che si pensa, insomma, si può dire, perché si rischia grosso, anche su Facebook, il popolare social network che ha stregato anche in Italia milioni di utenti di tutte le età. Inutile perfino nascondersi dietro pseudonimi o soprannomi di fantasia, niente di più facile essere rintracciati dalla Polizia postale. Tutti i collegamenti che si effettuano da un computer, infatti, lasciano tracce indelebili sulla rete, ma non solo. Con pochi clic è facile sapere dove si trova la persona, cosa scrive, quali sono i suoi interessi e addirittura che programmi sta utilizzando.
L'ultima denuncia depositata ai Carabinieri in Sardegna - solo in ordine di tempo - è per una casalinga 33enne di Narcao: da settembre pubblicava proprio su Facebook frasi in cui offendeva una cognata, il suo compagno e il figlio minore della coppia. Ma i dati parlano di un vero e proprio boom di segnalazioni, anche ad Alghero. In molti, infatti, pensano di vivere una vita parallela davanti allo schermo, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze di ciò che si scrive o si posta.
Niente di più sbagliato: perché inserire in bacheca una frase ingiuriosa o offensiva può costare davvero caro (spesso infatti si è chiamati a risponderne pecuniariamente). C'è poi chi lascia liberi post per iniziare nel migliore dei modi la giornata. Magari lasciandosi andare a qualche considerazione azzardata sul proprio direttore. Un altro errore. «L'amministratore delegato è un cretino», avrebbe scritto il dipendente di una ditta di Brescia: licenziato. Insomma, nell'epoca di Facebook e Twitter, basta scrivere un post sul social network per rovinarsi la vita. Ma ne vale veramente la pena?
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