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S.A. 8 ottobre 2011
Fiom contro Marchionne: sciopero nazionale
Otto ore di sciopero fissate per il 21 ottobre ed è prevista una manifestazione a Roma. Al centro della protesta il piano industriale e il progetto Fabbrica Italia
Fiom contro Marchionne: sciopero nazionale

ROMA - E' stata accolta dall'assemblea dei delegati Fiom la proposta della segreteria per uno sciopero nazionale di otto ore per il 21 ottobre in tutto il gruppo Fiat. Il documento è stato approvato all'unanimità. La mobilitazione sarà allargata anche alle imprese della componentistica, con una manifestazione nazionale a Roma. Al centro della protesta il piano industriale e il progetto Fabbrica Italia «che non esiste», ha sottolineato il segretario nazionale della Fiom, Giorgio Airaudo, nel suo intervento di apertura all'assemblea dei delegati Fiat.

Le motivazioni alla base della scelta di Marchionne di uscire da Confindustria «non sono fondate» e potrebbero al contrario «confermare la scelta della Fiat di lasciare l'Italia» ha affermato all'assemblea il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, sottolineando che «il modello autoritario di Marchionne senza regole e senza contratto deve essere isolato nel paese e tra le imprese». Per Scudiere, infatti, «non bisogna scambiare l'azione strumentale di Marchionne in un processo di 'marchionnizzazione' del sistema. Al massimo si porterà dietro, nella scelta fatta di uscire dalla Confindustria, quelle aziende più deboli e alle sue dipendenze». Secondo il dirigente sindacale «il problema vero è che non essendo fondate le motivazioni addotte dall'amministratore delegato, si conferma sempre di più il nostro timore sull'insicurezza e la debolezza del piano industriale della Fiat e della sua presenza in Italia».

La disdetta e le motivazioni di quest'ultima, ha osservato Scudiere, «potrebbero infatti confermare la scelta di Marchionne di lasciare l'Italia. Va infatti sfatata l'illusione che dietro la scelta ci sia l'articolo 8». Infine, ha concluso, «l'iniziativa del coordinamento Fiat rientra a pieno titolo in quella più generale della Cgil che si sostanzierà in una grande giornata di mobilitazione nazionale sui temi del lavoro e della crescita». Per Carlo De Benedetti l'uscita della Fiat da Confindustria «è un errore, in realtà la Fiat sta uscendo dall'Italia non dalla Confindustria».

«Lo penso un errore perché certamente la Fiat ha fatto molto per questo paese ma credo che il paese abbia fatto di più per la Fiat di quanto la Fiat ha fatto per il paese». «Anche nei momenti di difficoltà - ha aggiunto - il dialogo è possibile e non credo si possa addossare al sistema Italia la responsabilità, per esempio, della mancanza di modelli o che ci facciamo portare via le persone migliori da Volkswagen e da Audi». «I problemi sono più complessi - ha concluso De Benedetti - e non si risolvono certo uscendo da Confindustria». «Da che pulpito viene la predica - ha replicato a stretto giro il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto - Cosa ha dato De Benedetti all'Italia? Ad Ivrea ancora ricordano cosa ha fatto De Benedetti della Olivetti, cioè di un fiore all'occhiello dell'industria italiana sul terreno dell'alta tecnologia».



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