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7 ottobre 2011
Nobel Letteratura a Tomas Tranströmer
Tranströmer, nato il 15 aprile 1931 a Stoccolma, è ritenuto il maggiore poeta svedese vivente
ROMA - E' stato assegnato al poeta svedese Tomas Tranströmer il Nobel 2011 per la Letteratura. «Attraverso le sue immagini dense e limpide ha offerto un nuovo accesso alla realtà" si legge nella motivazione con cui l'Accademia Svedese ha accompagnato l'assegnazione del Nobel». Tranströmer, nato il 15 aprile 1931 a Stoccolma, è ritenuto il maggiore poeta svedese vivente. Era già stato candidato al Nobel per la sua opera ove si affiancano espressionismo, modernismo e surrealismo.
Tomas Tranströmer, anche psicologo e traduttore, ha occupato una posizione centrale nella letteratura svedese fin dagli anni Cinquanta. Suo padre era un giornalista e sua madre un'insegnante. Dopo il divorzio dei genitori, Tomas trascorre molte estati sull'isola di Runmaro, il cui paesaggio viene richiamato nella raccolta di poesie "Ostersjoar" (Mari baltici, 1974) e nelle memorie "Minnena ser mig" (I ricordi mi vedono, 1993). Il suo capolavoro è considerata la raccolta "Sorgegondolen" (La gondola a lutto, 1996), che in Svezia ha venduto 30.000 copie. Frequenta la Scuola Latina di Sodra, dove inizia e leggere e scrivere poesia. Nel 1956 si laurea in Psicologia all'Università di Stoccolma.
Lavora per un periodo all'Università, presso l'Istituto Psicotecnologico, e nel 1960 diventa psicologo a Roxtuna, un istituto di detenzione minorile. Dalla metà degli anni Sessanta divide il suo tempo tra la scrittura e il lavoro di psicologo. Nel 1965 si trasferisce con la famiglia a Vasteras, vicino Stoccolma. Debutta come poeta all'età di 23 anni con "17 dikter" (17 poesie, 1954), che include poesie in versi sciolti e composizioni anche molto giovanili. Successivamente si confronterà con la metrica, anche se è solito usare il verso libero nella maggior parte dei suoi lavori.
"Hemligheter pa vagen" (Segreti sulla via, 1958) e "Klangar och spar" (Echi e tracce, 1966) sono ispirati ai suoi viaggi intorno al mondo. In generale, le sue poesie sono spesso costruite intorno alla sua esperienza personale, intorno a una immagine ingannevolmente vuota che apre le porte a uno sguardo psicologico e a interpretazioni metafisiche. "Morkseende" (Colui che vede nel buio, 1970) esplora la vita personale del poeta, la morte e la malattia. "Ur Stigar" (Fuori dai sentieri, 1973) si compone di poesie proprie e di traduzioni da Robert Bly e Janos Pilinszky.
In molte poesie il paesaggio e i suoi elementi conflittuali, come la terra e il mare, sono specchio di un confronto di forze: libertà e controllo della parola, natura e influenza umana. Soprattutto le poesie sull'arcipelago baltico contenute in ''Ostersjaar'' (Mari baltici) riflettono le condizioni politiche dell'area (negli anni Settanta i paesi baltici erano ancora parte dell'Unione Sovietica). Nel 1990 Tranströmer viene colpito da un ictus, che compromette la sua capacità di parlare. Del 1989 è la sua decima raccolta "For levande och doda" (Per i vivi e morti). Dopo un periodo di silenzio, torna alla scrittura con "Sorgegondolen" (La gondola a lutto, 1996). Del 2004 è "Den stora gatan".
Nel 1990 Tranströmer ha ricevuto il Premio Internazionale Neustadt per la Letteratura. Nella sua vita ha ricevuto anche il Bonner Award for Poetry, il Germany's Petrarch Prize, il Bellman Prize, il Swedish Academy's Nordic Prize, e l'August Prize. Nel 1997 la città di Vasteras ha istituito uno speciale Premio Tranströmer. Nel 2004 ha ottenuto il Premio internazionale Nonino. Tranströmer è probabilmente il poeta scandinavo più famoso, e i suoi lavori sono stati tradotti in cinquanta lingue, tra cui olandese, finnico, ungherese e inglese. La sua opera si situa tra Modernismo, Espressionismo e Surrealismo, ed è stata spesso criticata per il suo essere troppo legata alla tradizione svedese, priva di agganci con il resto della realtà contemporanea.
Nella foto: Tomas Tranströmer
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