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A.B. 7 agosto 2011
«Recuperare il campeggio fantasma»
La proposta è stata rilanciata dall’Associazione Culturale Amici di Su Pallosu. Il recupero avverrebbe attraverso la realizzazione di un Ecomuseo che comprenda anche tre capanne in falasco
«Recuperare il campeggio fantasma»

SAN VERO MILIS - L’Associazione Culturale “Amici di Su Pallosu, in occasione dell’assemblea pubblica convocata per martedì sera a Mandriola dall’Amministrazione Comunale di San Vero Milis, rilancia la proposta di recuperare l’area del “campeggio fantasma” di Sa Mesa Longa (di cui grazie all’Associazione si era occupato anche “SkyTg24” e “Striscia la Notizia”) attraverso la realizzazione di un Ecomuseo che comprenda anche tre capanne in falasco.

Come spiega il presidente dell’Associazione Andrea Atzori, «L’area dove sorgono le strutture fatiscenti e abbandonate del campeggio di Sa Mesa Longa è senza ombra di dubbio la più adatta per la realizzazione di una “Casa del Territorio”. Situata ai piedi del promontorio di Capo Mannu (un vero museo a cielo aperto), nella zona retrostante la spiaggia e il sistema dunale di Sa Mesa Longa, a poca distanza da Su Pallosu e dalle zone umide che costituiscono il Sito di Interesse Comunitario “Stagni di Putzu Idu–Salina Manna e Pauli Marigosa”, l’area in questione (estesa circa cinque ettari) si presta perfettamente a un utilizzo a fini turistico-culturali. In particolare la Casa del Territorio”, secondo quella che è la proposta che parte dal blog “Su Pallosu”, dovrebbe costituire un polo d’interesse culturale nel quale esporre le bellezze del territorio; un importante strumento per la raccolta, la conservazione e la valorizzazione turistica del patrimonio ambientale, storico e culturale della marina di San Vero».

«La Casa del Territorio –prosegue Atzori - potrebbe costituire una struttura in grado di dare concrete e quotidiane possibilità di conoscenza del territorio e della sua storia. All’interno dei locali potrebbero essere esposte e rappresentate, anche attraverso l’utilizzo di strumenti multimediali (audiovisivi, informatici, ecc.), l’ambiente e la fauna delle diverse aree (Capo Mannu, zone umide, ecc.); le torri costiere; la storia della tonnara di Su Pallosu e della pesca nella marina; la storia del villaggio di Capanne di Su Pallosu; la storia e lo sviluppo dei centri di Putzu Idu, Mandriola, Sa Rocca Tunda e S’arena Scoada; ecc. Punto forte del progetto proposto è la realizzazione nell’area del campeggio (oggi completamente abbandonato e in balia dei vandali) di un certo numero di capanne di falasco (almeno 3 o 4), che inserite perfettamente nel territorio, riprodurrebbero un paesaggio tipico del passato, ricco di tradizioni e di storia. All’interno di alcune “Barraccas” potrebbero essere inseriti gli strumenti di lavoro della pesca, in altre potrebbero essere ricostruiti perfettamente gli ambienti e gli arredi tipici delle capanne utilizzate dai pescatori e dai villeggianti fin dai primi decenni del secolo scorso. Il complesso della Casa del Territorio, inoltre, potrebbe ospitare (nelle strutture preesistenti, debitamente sistemate) un Ufficio Informazioni Turistiche e un Info-Point della Colonia felina di Su Pallosu (dove i gatti scendono in spiaggia). Il centro potrebbe essere il punto di partenza ideale per un ampio e vario sistema di percorsi storici e naturalistici, alla scoperta di un territorio straordinariamente vario e ricco di tesori».



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