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Adn 5 maggio 2011
Svendita spiagge per 90 anni, è polemica
Sì a decreto sviluppo. Il ministro dell´Economia: Il diritto di superficie durerà novanta anni. In arrivo sanzioni per chi esagera con i controlli alle imprese
Svendita spiagge per 90 anni, è polemica

ALGHERO - Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge per sviluppo. Un decreto di tutti, visto che il ministro dell'Economia ha fatto da regista degli altri ministri ha tenuto a sottolineare il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che non graverà sui conti pubblici con nuove spese nel bilancio dello Stato. Il decreto per lo sviluppo «si articola in dieci punti che saranno altrettanti motori di sviluppo senza spese pubbliche - ha detto il premier spiegando che il provvedimento - è il primo in una logica europea: lo presenteremo non alla Commissione ma agli altri Paesi europei».

Intervenendo in conferenza stampa anche Tremonti ha detto che «il decreto approvato oggi sullo sviluppo è il primo di una serie di decreti che presenteremo nella logica europea, è fatto da 10 articoli, potrà essere correggibile su alcuni punti e contiene un corpo legislativo molto ampio. E' amplissimo, troverete dentro molte cose». Il provvedimento, ha sottolineato il ministro, contiene norme per «la riduzione degli oneri e la creazione di incentivi, senza usare come motore il bilancio pubblico. Quel poco che costa è assolutamente coperto e nel decreto vi è anche l'Autorità per l'acqua».

E' polemica però sulla concessione delle spiagge. «Fermo restando il diritto di passaggio sulle spiagge che è inviolabile tutto ciò che è terreno su cui insistono gli insediamenti turistici (chioschi, stabilimenti balneari, strutture ricettive) sarà oggetto di diritto di superficie» ha detto Tremonti, precisando che non c'è nessuna vendita delle spiagge. La spiaggia rimane pubblica». «Chi vuole - ha spiegato - chiederà il diritto di superficie e durerà novanta anni. Il diritto sarà a pagamento e noi pensiamo che sarà pagato molto bene. Gli imprenditori però devono essere in regola con il fisco, con la previdenza e pensiamo che debbano assumere giovani».

Durissima la reazione di Legambiente con il presidente Vittorio Cogliati Dezza che punta il dito sull'articolo in questione che «in modo totalmente illogico e anacronistico, di fatto privatizza il patrimonio costiero cedendolo a pochi soggetti più ricchi a scapito dell'intera cittadinanza cui viene alienato il diritto di usufruire liberamente del territorio e delle parti più preziose del nostro paesaggio».



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