S.A.
6 aprile 2011
Tagli disabili: sit-in al Municipio
Tre i motivi che hanno spinto gli operatori a scendere in piazza: il taglio ai fondi dedicati alla legge n° 162/98 e la modifica dei requisiti per accedervi; la scelta del Comune della gestione indiretta
ALGHERO - Un sit-in di protesta delle operatrici del settore “assistenza alle persone con handicap grave, legge 162/98” si terrà questa sera (mercoledì) dalle ore 17.30 davanti al Municipio di Via Columbano ad Alghero. Tre i motivi che hanno spinto le dipendenti delle cooperative a scendere in piazza: il taglio operato dalla Regione Sardegna ai fondi dedicati alla legge n° 162/98 e la modifica dei requisiti per potervi accedere da parte dei disabili; la scelta del Comune di Alghero di non bandire una nuova gara d’appalto per la gestione in via diretta e integrata dei piani personalizzati di assistenza ai disabili; e dunque la richiesta all’Amministrazione comunale di bandire una nuova gara d’appalto per la gestione integrata dei piani personalizzati legge 162/98, «che tenga conto della qualità del servizio».
In questo modo l'esecutivo cittadino «si farebbe portatore - dicono gli operatori - delle istanze qui rappresentate, come la tutela dei posti di lavoro attraverso l’applicazione dell’art. 37 del CCNL Coop. Soc. che prevede, in caso di cambio d’appalto, il mantenimento dei livelli occupazionali». Infatti, aggiungono: «da un lato, il taglio operato dalla Regione alle risorse della legge 162/98, da 116 a 106 milioni di euro, unito ad una modifica radicale dei requisiti richiesti per accedere alle stesse risorse, nonchè la burocratizzazione delle procedure, hanno causato, al momento e per i dati in nostro possesso, una riduzione minima del 35/40 percento delle ore di assistenza, ma con punte di oltre il cinquanta percento e casi limite del 90 percento».
«Dall’altro lato - sostengono -, la scelta del Comune di Alghero di rinunciare alla gestione diretta del servizio tramite gara d’appalto, a nostro avviso, penalizzerà sia l’utenza che la forza lavoro, i due anelli più deboli della catena, perché di fatto elimina la possibilità delle famiglie e dei disabili di affidarsi alla garanzia del servizio pubblico». «Questa è una vera e propria emergenza, visto che la Cooperativa che aveva in gestione il servizio fino a febbraio ha aperto le procedure di licenziamento collettivo, per le quali si sta cercando di applicare gli ammortizzatori sociali».
Le conseguenze del non-appalto vengono esposte chiaramente dai lavoratori: le difficoltà delle famiglie nel reperire personale qualificato e specializzato per patologia; gli oneri per le famiglie dei disabili come buste paga, cud ed altri adempimenti; l'anticipazione di somme anche ingenti in attesa dei mandati da parte della Regione; problemi per sostituire il personale in ferie/malattia/maternità. «È basilare - concludono - che in un momento di crisi, il Comune, che è l’istituzione più vicina ai bisogni dei cittadini, li tuteli garantendo la qualità dei servizi ai disabili, le professionalità e i posti di lavoro, che invece rischiano di essere cancellati producendo nuova povertà».
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