Red
3 aprile 2011
Sassari si mobilita contro la guerra
La manifestazione, promossa dal Gruppo Emergency e dal comitato Primo Marzo di Sassari, si è svolta nel pomeriggio in piazza Castello, di fronte alla caserma La Marmora, ed è stata seguita da un centinaio di cittadini
SASSARI - Anche Sassari, come il resto d'Italia, si è mobilitata aderendo all'appello lanciato da Emergency nei giorni scorsi e firmato già da oltre 30.000 persone, per la grande giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra del 2 aprile. La manifestazione, promossa dal Gruppo Emergency e dal comitato Primo Marzo di Sassari, si è svolta nel pomeriggio in piazza Castello, di fronte alla caserma La Marmora, ed è stata seguita da un centinaio di cittadini. All'interno della piazza è stata realizzata per l'occasione una installazione artistica collettiva raffigurante un singolare esercito di cartone composto da carri armati, sommergibili, portaerei e sagome di soldati con sullo sfondo i barconi dei migranti che in questi giorni stanno abbandonando le zone di guerra in cerca di un futuro migliore.
Durante il sit-in si è tenuta anche una esibizione di giovani breakdancer locali che ha animato la piazza. Le persone, le organizzazioni e le associazioni che in questi giorni hanno sentito la necessità di levare la propria voce lanciano un appello contro la guerra che ancora una volta i governanti hanno scelto. Gheddafi ha attaccato con ferocia il proprio popolo, e il Governo Italiano ha scelto la guerra "contro Gheddafi": una guerra che, ancora una volta, ci viene presentata come umanitaria e inevitabile. Le guerre appaiono improvvisamente inevitabili, quando non si è fatto nulla per prevenirle, a chi per anni le ha preparate ignorando le violazioni dei diritti, a chi si è arricchito sul traffico di armi, a chi ha negato la dignità dei popoli e la giustizia sociale.
Ci accingiamo ad accogliere fantomatici richiedenti asilo provenienti dalla Libia, i profughi che forse arriveranno ma ancora non ci sono. Le persone reali, già arrivate, possono invece essere trattate come carne da macello, marchiate come clandestini e rimpatriate appena possibile.
Il 2 aprile è stata una giornata di mobilitazione e partecipazione attiva per chiedere lo stop ai bombardamenti e il cessate il fuoco in Libia per fermare la guerra, la repressione, ed aprire la strada a una soluzione politica. Una giornata contro le dittature, contro i regimi e contro le occupazioni militari, per rivendicare il diritto di accoglienza e di cittadinanza per tutti gli esseri umani, per sostenere le rivoluzioni e le lotte per la libertà e l'autodeterminazione, per chiedere la fine delle servitù militari in Sardegna e delle sperimentazioni di armi nella nostra isola. A partire da questa data il comitato organizzatore locale si impegna a dar vita ad un percorso diffuso sul territorio di mobilitazioni, iniziative, informazione, assemblee, incontri e solidarietà.
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