Red
29 marzo 2011
«Il Consiglio regionale si occupi della crisi libica»
E’ la richiesta avanzata dai Gruppi del centrosinistra in una Mozione che stamane - durante la Conferenza dei Capigruppo - Mario Bruno, primo firmatario del documento, ne ha sollecitato a termini di Regolamento il dibattito urgente in Aula
CAGLIARI - Il Consiglio regionale si occupi della crisi libica e delle modalità operative di accoglienza che la Sardegna intende offrire ai profughi nord africani. E’ la richiesta avanzata dai Gruppi del centrosinistra in una Mozione che stamane - durante la Conferenza dei Capigruppo - Mario Bruno, primo firmatario del documento, ne ha sollecitato a termini di Regolamento il dibattito urgente in Aula.
Per i Consiglieri dei Gruppi del centrosinistra, che evidenziano il fatto che la Regione sarda ha espresso la disponibilità per accogliere 2000 profughi precisando che siano di esclusiva nazionalità libica, è irragionevole pensare ad una discriminazione tra cittadini libici e altri profughi di diversa nazionalità dal momento che lo scenario di instabilità nord africana è assai più ampio e coinvolge pesantemente altre nazioni come l’Egitto e la Tunisia.
«La Sardegna - ha detto Bruno - in funzione della sua rilevante posizione geografica e della sua riconosciuta vocazione all’ospitalità e all’accoglienza, non può accettare un programma di solidarietà improntato su un inspiegabile principio discriminatorio che sembrerebbe voler ignorare la complessità dei cambiamenti in atto nelle diverse comunità che si affacciano di fronte alle nostre coste».
«Il Presidente della Regione quindi deve con urgenza riferire al Consiglio regionale sul contributo e le modalità operative del piano di accoglienza che la Sardegna intende offrire ai profughi nordafricani, rimuovendo ogni limite rispetto a discriminazioni tra cittadini libici e di altre nazionalità coinvolte in questo drammatico esodo e anzi promuovendo l’immagine di una Sardegna come terra di pace e di accoglienza per quanti temporaneamente chiedono di essere accolti, protetti e aiutati in questa ricerca di libertà e di democrazia».
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