Red
18 marzo 2011
Libia: possibili raid, allerta a Decimomannu
L´Italia scioglie gli indugi e annuncia il supporto di sette basi militari. Si tratta di Amendola, Gioia del Colle, Sigonella, Aviano, Trapani, Pantelleria e Decimomannu
ALGHERO - Ok bipartisan dalle commissioni Difesa ed Esteri al Senato e alla Camera per la risoluzione che dà immediato mandato al Governo ad agire in base alla risoluzione dell'Onu sulla Libia. Anche l'Italia così rompe gli indugi e per la prima volta parla ufficialmente dell'impiego di bombardieri per neutralizzare installazioni radar libiche.
Sette basi, una in Sardegna. E' stata offerta la disponibilità di sette basi militari, "senza nessun limite restrittivo all'intervento, quando si ritenesse necessario per far rispettare la risoluzione Onu" e garantire la tutela dei cittadini. Si tratta di Amendola, Gioia del Colle, Sigonella, Aviano, Trapani, Pantelleria e Decimomannu appunto.
Dopo la decisione all'Onu è scattata la mobilitazione internazionale. «La Nato sta completando la propria pianificazione per essere pronta a prendere misure appropriate a sostegno della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», ha detto il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen, al termine del Consiglio nordatlantico convocato questa mattina. Gli alleati - ha concluso - appoggiano le aspirazioni legittime del popolo libico per la libertà, la democrazia e i diritti umani.
La Germania però ha messo in chiaro che non parteciperà a un intervento militare in Libia, diversamente dalla Francia. Parigi ha infatti avvertito che un attacco aereo alla Libia potrebbe avvenire anche entro poche ore. All'emittente Rtl, il portavoce del governo François Baroin, parlando al condizionale di possibili bombardamenti, ha affermato che "non si tratta di occupazione di territorio libico, ma di un intervento militare per proteggere la popolazione".
Il primo ministro britannico David Cameron ha annunciato che la Gran Bretagna dispiegherà "nelle prossime ore" i suoi aerei caccia Tornado e Typhoon nelle basi militari, per garantire il rispetto della 'no-fly zone'. «Sosteniamo le nostre parole con l'azione», ha detto Cameron in Parlamento, lodando il "notevole" contributo dei paesi arabi all'operazione voluta dal Consiglio di Sicurezza. In campo anche la Spagna che metterà a disposizione della Nato due delle sue basi militari, quella di Rota, a Cadice, e quella di Moron a Siviglia, come anche navi e aerei, stando a quanto reso noto dal ministro della Difesa di Madrid, Carme Chacón.
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