Daria Chiappe
11 marzo 2011
"Il Cigno Nero" tra stupore e delusione
Protagonista del film è una danza ossessiva, malata, ladra di ogni felicità di cui è vittima e artefice la timida Nina. In programmazione in questi giorni nella sala cinematografica di Alghero
![](https://www.alguer.it/img/il-cigno-nero-3.jpg)
ALGHERO - Il Cigno Nero, di Darren Aronofsky, candidato a cinque premi oscar e vincitore del premio per miglior attrice protagonista, Natalie Portman, è stato accolto dal pubblico con reazioni contrastanti. Tra gli applausi degli amanti della suspance e del brivido, si distingue la disapprovazione di coloro che a stento e ad occhi chiusi sono riusciti ad arrivare alla fine del film. Tra questi ultimi sicuramente gli appassionati di danza lontani dal quel mondo del balletto, grigio e funesto, descritto dal regista.
Infatti, protagonista del film è una danza ossessiva, malata, ladra di ogni felicità di cui è vittima e artefice la timida Nina ( Natalie Portman). Una ragazza rimasta bambina per colpa di una madre castrante, ex-ballerina, che le impedisce di vivere, di conoscere, per dedicarsi solo al balletto. Sudore e fatica hanno fatto di Nina una ballerina eccellente, pronta ad interpretare il ruolo di “cigno bianco” che è sinonimo di purezza e castità. Ma per diventare prima ballerina nello spettacolo del “Lago dei cigni” è necessario mostrare non solo il lato candido ma anche quello oscuro e peccaminoso della personalità.
Occorre sprigionare quel cigno nero che Nina, nata e cresciuta isolata dal mondo, non ha maturato. Ecco che la ricerca di quel lato oscuro diventa la missione di Nina. Immediatamente il forte desiderio di farcela si tramuta in ossessione: prima nei confronti della madre che le impedisce di spiccare il volo e poi nei confronti della sensuale Lili che possiede tutto ciò che lei cerca di conquistare. Dal campo dell’ossessione si passa velocemente a quello della malattia e dell’allucinazione con il quale il regista stabilisce un confusionario rapporto tra realtà ed illusione, tipico dello spettacolo barocco.
Ecco che immediatamente il film invade il campo dell’horror, rubando a tal genere l’inquietudine, i colpi di scena, l’ambientazione notturna e il rosso del sangue.. Un film dal ritmo forte che si spera abbia l’intenzione non di trasmettere una propria visione personale della danza ma semplicemente di illustrarne il lato negativo. Se così fosse, il registra, seppure con notevole esagerazione, mostrerebbe un chiaro intento: quello di insegnare che le passioni non devono essere distruttive e ossessive, ma solo capaci di arricchire gli animi. Allora, se davvero fosse così, anche gli amanti della danza si alzerebbero insieme agli amanti del brivido, per applaudire l’inquietante Cigno Nero.
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