Red
24 febbraio 2011
Sardegna a rischio invasione dal Magreb
Testimoni riferiscono di un nuovo attacco contro la città a 30 chilometri dalla capitale. Migliaia i morti. Drammatica la situazione in Libia con la guerra civile che crea condizioni di piena instabilità. Interrogazione urgente presentata al Governo da Mauro Pili per prevenire l´ondata di profughi sulle coste della Sardegna
ALGHERO - L'Italia è in grado di fronteggiare l'emergenza immigrati causata dalle rivolte in Nordafrica, ma non per tanto tempo. Ad affermarlo è stato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, al suo arrivo a Bruxelles per la riunione dei colleghi dei Ventisette, ricordando le cifre fornite mercoledì da Frontex, che ha stimato l'arrivo di 1,5 milioni di rifugiati. Sulla possibilità di una redistribuzione degli immigrati in vari Paesi europei «non mi faccio illusioni», ha poi aggiunto il ministro dell'Interno. «Credo che il burden-sharing sarebbe una cosa giusta, ma quasi tutti sono contrari», ha ammesso ancora il titolare del Viminale.
Un rischio molto serio soprattutto per la Sardegna. A sostenerlo in un’interrogazione urgente al Governo è il deputato sardo Mauro Pili nella quale sollecita «un intervento immediato e non più rinviabile». «Siamo dinnanzi ad un’emergenza umanitaria senza precedenti - ricorda Pili - e occorre con urgenza predisporre un piano di dettaglio che consenta da una parte di prevenire e dall’altra di contenere e limitare al massimo il pericolo di uno sbarco rilevante di profughi in Sardegna. Serve un piano per l’ordine pubblico, per l’assistenza umanitaria e per l’accoglienza in strutture idonee a verificare e censire i profughi.
«Se da una parte si stanno rafforzando le strutture di prevenzione e di
controllo sulle coste siciliane questo risulta - sostiene Pili - ancora
inesistente per le coste sarde, sprovviste di mezzi e uomini adeguati ad una simile e molto probabile invasione dai paesi nord africani». «Proprio l’attenzione e le premure rivolte alle coste siciliane potrebbe
indurre i flussi migratori a rendere più facilmente utilizzabile la rotta dal Nord Africa verso la Sardegna. Questo - sostiene Pili - avverrebbe nella più totale impreparazione ad affrontare un simile incremento degli sbarchi in Sardegna».
«I 250 chilometri tra la Sardegna e l’Algeria rappresentano - ricorda Pili - il principale tragitto già attivato tra l’isola e il Nord Africa. I migranti in partenza dalla costa tra Annaba, Sidi Salem, Oued Bukrat e El Bettah, è dimostrato dal pregresso, hanno facile approdo sulle coste del Sud Sardegna. E che la rotta sia divenuta centrale nel collegamento tra il Nord Africa e l’Europa lo dimostra l’incremento di sbarchi seguito al primo registrato il 30 agosto 2006 quando una barca con 17 passeggeri approdò tra i turisti sulla spiaggia di Santa Margherita di Pula. Da allora la rotta - ricorda Pili nell’ interrogazione - è sempre più battuta. 189 arrivi nel 2006, 1.500 nel 2007 e 1621 nel 2008».
«Risulta indispensabile - sostiene il deputato sardo - attivare tutte le strutture necessarie ad evitare che questa possibile ondata di sbarchi risulti incontrollabile e non censibile. I centri di prima accoglienza e di centri di identificazione ed espulsione (CIE), prima denominati centri di permanenza temporanea (CPT), sono strutture previste dalla
legge italiana e risultano oggi indispensabili proprio per fronteggiare questo fenomeno e costituiscono veri e propri terminali delle politiche migratorie italiane ed europee». «La Sardegna - conclude Pili - non può affrontare questo potenziale fenomeno migratorio senza un intervento deciso e consistente dello Stato e dell’Unione Europea che hanno il preciso dovere di prevenire una situazione che mette a rischio la sicurezza dell’ordine pubblico e sociale di un’intera regione».
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