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A.B. 12 febbraio 2011
Alvau, San Valentino in poesia
L’appuntamento con i Lunedì con la Poesia, impreziosiscono la festa degli innamorati, con un reading sugli scritti della statunitense Sara Teasdale
Alvau, San Valentino in poesia

ALGHERO - I “Lunedì con la Poesia” celebrano San Valentino con i versi al femminile di Sara Teasdale, con quattro interpreti femminili ed il flauto di Mauro Uselli che faranno da corollario a Pier Luigi Alvau, protagonista della prestigiosa rassegna. Con la serata interamente dedicata alla poetessa americana Sara Teasdale, lunedì 14 febbraio, alle ore 20.30, nella “Sala Manno”, in Via Marconi 10, Alvau va a celebrare incidentalmente la festività di San Valentino.

Una coincidenza quella di quest’anno, che non poteva passare inosservata, anche perché nel corso delle sei edizioni della manifestazione organizzata da “Alguer Cultura-Produzioni, Promozioni e Diffusioni Culturali”, Alvau è sempre stato molto attento nel riservare, all’interno della programmazione, il legittimo spazio sia a poetesse italiane che straniere, chiamando spesso al suo fianco (anche e soprattutto nell’edizione in corso) delle interpreti femminili.

La lettura e l’interpretazione viene affidata in questa occasione a Rita Cadoni, Adelina Farina, Cinzia Paolucci e Nicoletta Jannetta, che nel corso della stagione hanno affiancato Pier Luigi Alvau nei suoi incontri con la poesia. Ognuna di loro leggerà, alternandosi con Alvau, più poesie dell’autrice in programma. La presenza di Mauro Uselli, con le note del suo flauto, completerà il piacevole reading poetico.

L’esistenza di Sara Teasdale (1884-1933) è una parabola d’amore per la poesia e per la vita. L’angoscia di non essere più all’altezza né dell’una né dell’altra la portò al suicidio a quarantanove anni. Pura voce del più cristallino lirismo novecentesco, dagli Anni Quaranta, la Teasdale cadde nel dimenticatoio, in attesa di una rivalutazione in patria ed, in Italia, addirittura di una completa scoperta. Sara Teasdale non è stata una sperimentalista, un’avanguardista. Secondo molti fu più vicina alla sensibilità ottocentesca delle poetesse cui guardava con ammirazione, prime fra tutte Christina Rossetti ed Emily Dickinson.

Quest’ultima può essere considerata un comune denominatore di tutte le poetesse americane del Novecento che a lei guardano come prima grande voce maestra. Dietro i versi della Teasdale, taglienti ma melodici, dietro la sua dolcezza, che non di rado si tinge d’ironia e cela una profonda amarezza, è una fine ricerca linguistica: la ricerca della parola, del vocabolo esatto e insieme di una musicalità mai banale. Consapevole della sua eccezionalità, dichiara in un’intervista: «Per quanto riguarda il mio lavoro, credo che la parte migliore stia nelle poesie brevi e direi quasi eccessivamente semplici. Provo a scrivere di ciò che mi commuove. Non mi importa di sorprendere il lettore. Evito, semplicemente perché non mi piacciono, le parole assenti dalla lingua parlata, e tutte le inversioni di parola o frase».

Nella foto: Pier Luigi Alvau



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