S.A.
24 gennaio 2011
Legge 162, disabili: a rischio operatori di Alghero
La lettera del segretario territoriale F.P. CGIL, Paolo Dettori, al Sindaco Marco Tedde, per scongiurare la prospettiva della sola assistenza indiretta alle famiglie dei disabili, e le conseguenze negative che ne derivano, in termini di servizio e di occupazione
ALGHERO - «Vi scriviamo per mettervi a conoscenza del rischio di perdere il posto di lavoro che corrono le operatrici adibite al servizio per le persone affette da handicap grave, per alcune di queste e delle loro famiglie l’unica e modesta fonte di reddito, rischio al quale corrisponde quello dei disabili di vedere diminuita la loro capacità di scelta ed il ruolo di garanzia che il pubblico, cioè il Comune di Alghero, ha sempre svolto nei loro confronti».
A parlare è Paolo Dettori, segretario territoriale F.P. CGIL, che in una lettera inviata al Sindaco Marco Tedde lamenta la nuova gestione in città dell' assistenza delle famiglie con disabili. La prospettiva, infatti, dell'amministrazione comunale è quella di sottrarsi alla forma diretta, ossia attraverso una cooperativa e un'istituzione pubblica a garantire, per passare ad una di tipo indiretto, ovvero con il finanziamento ai nuclei familiari. «Ci rivolgiamo a Voi - scrive Dettori a Tedde - in quanto figure istituzionali, con il ruolo non solo di gestione ma anche di difesa dei diritti dei cittadini che rappresentate. Lo facciamo convinti del fatto che, anche Voi come noi, condividiate l’idea che il risparmio di risorse economiche e di tempo non possano diminuire i diritti di tutti, lavoratori e disabili».
L’oggetto della missiva riguarda dunque il servizio previsto dalla legge 162/1998, appaltato attualmente ad una cooperativa ma solo sino alla fine di febbraio, poichè per il futuro il settore servizi sociali, «non ha intenzione di bandire una nuova gara alla scadenza; uno scenario disastroso - spiega il sindacalista - per tutte le lavoratrici, che da anni lavorano nel servizio, e anche un diminuzione importante rispetto alla possibilità di scelta per le famiglie dei disabili, che non potranno più decidere di affidarsi alla gestione diretta del servizio garantita dall’istituzione che è e deve rimanere il Comune di Alghero, e la gestione del servizio indiretta, che è quella su cui vuole andare il settore Servizi Sociali».
Un incontro tra i lavoratori, il sindacato e i tecnici della struttura c'è stato l’11 Novembre dell'anno passato, «abbiamo esposto le nostre perplessità - ricorda Dettori - ma hanno mostrato poca disponibilità nel prendere in considerazione il nostro punto di vista e i cambiamenti cui la decisione di non appaltare ci farà andare incontro, questo anche se l’Assessore ci ha comunicato in quella sede che avrebbero fatto delle riflessioni ulteriori e che ci avrebbe riconvocato in una decina di giorni». Nessun altro vertice è stato fissato nel frattempo, ma solo un «silenzio assordante», e se da una parte il segretario pensa si stia sottovalutando la questione «adducendo come motivazione la difficoltà nell’indire una nuova gara d’appalto e la necessità di snellire la gestione del servizio legge n° 162/98»; dall'altra, sinora «grazie a tutti gli operatori e all’Assessorato, l’appalto e la gestione pubblica del servizio, sono stati estremamente efficienti».
D'altronde le conseguenze negative del non appaltare il servizio sarebbero diverse - spiega Dettori. Dagli oneri a carico delle famiglie dei disabili come buste paga, cud ed altri adempimenti, alle anticipazione di somme anche ingenti in attesa dei mandati da parte della Regione, fino ai problemi per sostituire il personale in caso di ferie, malattia e maternità. Ma anche qualora la scelta sia comunque quella di affidarsi ad una cooperativa (cosa che l’assistenza indiretta consente), si rimanderebbe «la scelta al singolo utente che, ovviamente, avrà molte più difficoltà nel fare le valutazioni sulla qualità del servizio rispetto alla struttura del Comune in sede di gara». Il primo rischio è quello di sminuire la professionalità di ausiliarie, educatrici, Oss e Psicologi con anni di esperienza nel settore, «per sostituirlo nel tempo con altro non qualificato e a minor costo».
«È basilare - si legge nel finale della lettera al Primo cittadino - che in un momento di crisi, il Comune, che è l’istituzione più vicina ai bisogni dei cittadini, li tuteli garantendo la qualità dei servizi ai disabili e le professionalità e i posti di lavoro, che invece rischiano di essere cancellati producendo nuova povertà. Per questo chiediamo un urgente incontro».
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