Stefano Soro
28 gennaio 2005
Writing, una moda che “investe” anche Alghero
Chi lo condanna ritiene che il writing non sia altro che un atto vandalico compiuto da delinquenti e pensa che scritte e disegni imbruttiscano la città. Al contrario, molti ragazzi riconoscono ai graffiti una funzione di abbellimento di zone urbane
ALGHERO - Teppismo? Inciviltà? Oppure semplice arte? Ed ecco che si apre il dibattito. I cosiddetti graffittari, nel bene e nel male, fanno sempre parlare. E se dalla parte di chi criminalizza i graffiti è facile annoverare amministrazioni comunali, proprietari di case e negozi che spesso si trovano muri e saracinesche imbrattate da varie scritte e disegni, dalla parte dei pro-murales ci sono molti ragazzi. Chi lo condanna ritiene che il writing non sia altro che un atto vandalico compiuto da delinquenti e pensa che scritte e disegni imbruttiscano la città. Al contrario, molti ragazzi riconoscono ai graffiti una funzione di abbellimento di zone urbane che altrimenti risulterebbero grigie e anonime. La pratica è maggiormente condannata invece quando si toccano monumenti e beni pubblici. E proprio per la tutela di questi beni molti comuni italiani si sono mossi per cercare di arginare il fenomeno dell´imbrattamento. Non mancano, tuttavia, i comuni che hanno aperto le porte ai graffitari, anche cedendo spazi per realizzare i loro disegni, che in alcuni casi possono essere considerati vere e proprie opere d’arte. Anche ad Alghero non mancano muri imbrattati da murales di varia fattura. L’importante è non esagerare. E purtroppo qualcuno lo fa, in particolare con scritte offensive nei riguardi di persone e popoli (tanto per fare un esempio, le scritte antisemite). E in questo modo si esce dal mondo dell’arte e della civiltà.
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