ROMA - Nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, (la diretta del rito è trasmessa da Rai Uno), prima della bara avvolta dal tricolore, è entrato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che si è avvicinato alla giovane moglie del soldato caduto in Afghanistan e le ha accarezzato il capo. Poi l'emozione all'interno della basilica capitolina è rotta dagli applausi che accolgono la salma di Luca Sanna, 36esima vittima della guerra in Afghanistan.

La salma ha fatto rientro giovedì in Italia, atterrata poco dopo le 9,30, con un C130 dell'Aereonautica militare; e poi portata nella camera ardente dell'Ospedale militare Celio. La commozione è condivisa da tutti a Ciampino quando la bara viene riportata a terra dai compagni dell'ottavo Reggimento della Brigata Julia. La disperazione appartiene solo ai familiari, che fino a un momento prima avevano trattenuto il dolore, che riemerge ed esplode alla vista di un figlio, un fratello, un marito che ritorna in Patria, ma non come lo si era immaginato.

Non perchè il rischio non esista in Afghanistan, come in ogni paese dove ci sia in corso una guerra; ma una famiglia spera, prega e sogna che i progetti costruiti intorno ad un ritorno, si possano sempre esaudire e non infrangere con questa violenza. Quattro colpi di mitra hanno ucciso l'alpino, alla testa al collo e alle gambe - come ha stabilito l'autopsia. Il suo compagno, Luca Barisonzi, gravemente ferito nello stesso attentato, è stato operato mercoledì in Germania ma rischia la paralisi. L'ultimo viaggio di Sanna nella sua isola è fissato per le 17,30, quando ad aspettarlo ci saranno tutti i concittadini di Samugheo per rendergli l'ultimo saluto.

Nella foto: l'arrivo della salma a Ciampino